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Il sorriso di un maestro

di Sara Mamone
  Meryl Streep in una scena del film
Data di pubblicazione su web 01/06/2006  
Cosa si può chiedere a un grande regista ultraottantenne che ha fatto insieme un po’ la storia dell’ultimo cinquantennio degli Stati Uniti con una cifra stilistica personalissima e costante? Di essere se stesso o di sorprenderci? Dipende, ma se il regista è Robert Altman si può sperare in un film d’annata, oppure adattarsi ad una prova ripetitiva e stanca, ma non gli si può chiedere di dimenticare l’Altman touch per un’improbabile rivoluzione.

Meryl Streep
Meryl Streep

Con A Prairie Home Companion possiamo tranquillizzarci subito: il prologo in perfetto stile pittorico hopperiano e soprattutto il mirabile, ricchissimo e lunghissimo piano sequenza che c’introduce a questa nuova avventura americana non possono essere che suoi. E anche la storia ci mostra subito una situazione esemplare: l’ultimo giorno di vita di una trasmissione culto dell’America radiofonica, quella che dà il titolo al film e che in molti anni ha proposto, attraverso l’emissione di 558 catene, una serata divertente per famiglie americane.

La sceneggiatura è di Garrison Keillor che interpreta se stesso, e cioè il presentatore della trasmissione e quindi l’officiante del rito funebre: che tutto è tranne che funebre, poiché i suoi protagonisti vogliono viverla come un giornata qualunque. Il dopo si vedrà, ma non stasera. E così riparte con il normale caos.

A Prairie Home Companion
 
Grande come sempre il regista a disciplinare la sua concordia discors, aiutato come meglio non si potrebbe dal cast stellare: Meryl Streep e Lily Tomlin sono la colonna del programma, le sorelle cantanti Yolanda e Rhonda Johnson, ultime interpreti ancora attive di un quartetto country che ha perso per strada le altre due congiunte (ma la deliziosa e timida Lola, figlia della prima, è pronta ad esser lanciata in quella che non sarà una serata di addio ma un vero e proprio debutto). E poi ci sono, sempre pronti a riempire i vuoti con le loro canzoni e le inesauribili battute, Dusty (Woody Harrelson) e Lefty (John C. Reilly), veri interpreti dell’anima della prateria profonda.

Il back stage non è certo meno mosso della scena, con l’assistente Molly e il presentatore che si sforzano di organizzare il caos mentre Guy Noir, delegato alla sicurezza (Kevin Kline dall’irresistibile elegante goffaggine) spera di affidare le sorti di un improbabile recupero ad una creatura bellissima che raccoglie in sé tutta la retorica figurativa della star hollywoodiana dei tempi d’oro, Virginia Madsen che attraversa la scena con implacabile estraneità.

 Garrison Keillor, Meryl Streep e Lindsay Lohan
Garrison Keillor, Meryl Streep e Lindsay Lohan

E infatti la creatura, che entra e esce dalla scena, che copre con gesto pietoso il corpo del suggeritore morto sulla poltrona del suo camerino e, sopratutto, che si incarica di accompagnare il duro Tommy Lee Jones venuto a distruggere la trasmissione in un viaggio senza ritorno non è di questa terra: è un angelo che però proprio un angelo non è e che infatti i componenti superstiti della troupe hanno imparato a temere, bionda donna pericolosa che fa da contraltare a tutto ciò che poteva sembrare rassicurante nel ripetitivo show della prateria e a tutto ciò che poteva sembrare nostalgicamente rievocativo nel bonario sorriso del demiurgo ottantenne. Che sia invece un ghigno sornione?



Radio America
cast cast & credits
 



 
Robert Altman
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Meryl Streep
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