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Sensibilità

di Roberto Fedi
  "Professione: reporter", Michelangelo Antonioni, 1975
Data di pubblicazione su web 14/11/2005  
Due paroline, o poco più, su una notiziola che sui giornali quasi non ha trovato spazio, e che però chiarisce molte cose – ci sembra – su come i giornalisti della televisione (in questo caso: la Rai) intendono la loro professione. E che non fa che confermare quanto dicevamo qualche giorno fa sul caso del loro sciopero.

Dunque, accade che nel programma Unomattina (Raiuno) di venerdì 11 novembre si ricordi il secondo anniversario della strage di Nassiriya. Bene. Là c’è l’inviata del Tg1 Monica Maggioni. Benissimo. Che per “accennare un sorriso con chi qui deve continuare a lavorare e a vivere” (parole sue: da La Stampa del 12 novembre, pag. 9 per l’esattezza: da qui tutti i virgolettati), non trova di meglio che discutere per un quarto d’ora di “creme solari, di rossetto che lucida le labbra e di prodotti da usare nel deserto quando il clima è più secco”. Con i familiari delle vittime invitati in studio a sentire quel po’ po’ di informazioni.

I quali, naturalmente, hanno poi protestato con la Rai, ottenendo anche la solidarietà del presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti,  Lorenzo Del Boca. Il quale ha obiettato che non gli sembrava una grande idea parlare “di rossetti e fondotinta proprio dal luogo dove si è consumata la strage”. La giornalista, pur ammettendo che se ha sbagliato lo ha fatto in buona fede (non male come giustificazione: vorremmo anche vedere che l’avesse fatto in mala fede), ha però a sua volta ribattuto, con durezza, che “sono venuta qui per raccontare le cose da dentro come mi piace e ritengo deontologicamente importante fare”. Ha poi precisato che non aveva discettato di creme solari per un quarto d’ora bensì per due minuti: che, comunque, in televisione sono un secolo, aggiungiamo noi.

E poi qualcuno ci ha criticato perché avevamo gioito per lo sciopero dei giornalisti. Forza ragazzi, continuate così. Avete tutta la nostra solidarietà.

PS.  In questi frangenti, giunge la notizia (ancora dalla stessa fonte: pagina 8, per la precisione) di uno scontro fra Petruccioli (presidente Rai: Ds) e il ministro Landolfi sul canone Rai. Che Petruccioli, riciclato e ligio alla dottrina statalista e filo-tasse del suo partito, vorrebbe aumentare, mentre il ministro (siamo in clima di elezioni, e la decisione spetta al governo) lasciare com’è. Dice il ministro: invece di aumentare le tasse, risparmiate sui costi pazzeschi del servizio pubblico. Per esempio sull’Isola dei famosi, che servizio pubblico non mi sembra. Risponde il Petruccioli: non so se l’Isola rientri nel servizio pubblico. Ma non lo sa nemmeno il ministro.

Risposta da riciclato di professione. Noi invece lo sappiamo, anche se non abbiamo niente a che fare col ministro Landolfi, e gliela suggeriamo gratis.

No.






Unomattina

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