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È un dramma

di Roberto Fedi
  Tom Cruise in "Eyes Wide Shut" di Stanley Kubrick, 1999
Data di pubblicazione su web 13/10/2005  
Lunedì pomeriggio, 10 ottobre, le agenzie di stampa riportano una notizia-choc: Lapo Elkann, nipote dell’avvocato Agnelli, è ricoverato in ospedale in coma per overdose. Le stesse agenzie, e le edizioni on line dei quotidiani, riferiscono anche che Bruno Vespa sta per dedicare al dramma la serale puntata del suo Porta a porta. Accidenti che tempismo. Dicono anche che il padre Alain, invitato dal solerte Vespa, ha declinato l’invito mandandolo anche a quel paese o quasi; cosa che ha molto stupito il Vespa, dicono.

Noi restiamo interdetti. Sarà che abbiamo i nostri problemi, sarà che siamo cattivi, ma della faccenda non ci interessa un bel niente. Non diciamo che ci procura qualche moto dell’animo. No, proprio non ci fa né caldo né freddo. Ma la sera, per dovere di cronaca, accendiamo Vespa.

Solito studio. In fondo, la gigantografia del ricoverato, con la scritta “Il dramma di Lapo Elkann”. Con Vespa, contrito come se parlasse del terremoto in Kashmir (40 mila morti, più o meno), vediamo un po’ chi c’è. Dite la Palombelli Barbara in Rutelli? Ma come avete fatto a indovinare? C’è. La quale a noi, ma forse perché siamo cattivi, fa questo strano effetto: è onnipresente, parla, e non ci rimane in mente neanche una parola di quello cha ha detto. Boh. Sarà un problema di famiglia: con il marito, lo confessiamo, è lo stesso. Ma forse è colpa nostra.

E poi? Chi ha detto il solito prete-à-porter? Ma siete maghetti, dio santo. C’è. Don Mazzi: che, quanto a effetto, è anche meglio della Palombelli. Non ci resta in mente niente neanche mentre lo dice. Mistero della fede. E poi? Forse lo psichiatra Crepet? Ma sì! Bravi (beh, era facile). Reduce addirittura dalla giuria del concorso di Miss Italia. E dico poco. Lui è anche meglio del duo o trio Mazzi-Palonrutelli: non lo stiamo neanche a sentire, confusi dal ciuffo (il suo).

C’è poi un tizio mai visto, capello lungo all’antica e barba, con una serie di cognomi così abbondante che non entrava neanche nello schermo. Un conte, ci pare. Che ha rilasciato, stravaccato sulla poltroncina come un giocatore di calcio, la seguente dichiarazione: che nel suo ambiente (quale?) il 92 per cento della gente sniffa. Lui no: solo un cannone (testuale). Beh, è l’unica cosa che ci è rimasta in mente. Pensate che potesse mancare un familiare di qualche vittima? Ovviamente no. Quindi ecco la sorella di uno che è morto per overdose (un’attrice sconosciuta o qualcosa del genere), e il fratello dell’attore di soap opera che tempo fa ha avuto lo stesso problema. Che dicono le banalità d’obbligo.

Insomma: la solita compagnia di giro, più un medico che all’incirca ha detto che sniffare bene non fa. Grazie. Così per un paio d’orette, con Vespa sempre compreso nel ruolo del triste testimone dei tempi, la gigantografia alle sue spalle, e chiacchiere in libertà. Pensate che ci dimenticavamo di Maradona? Ragazzi, scherzate. Maradona è un must, come si dice in qualche ambiente (non il nostro). Ecco quindi Diego, registrato, che afferma come se fosse l’oracolo che lui si è salvato dalla cocaina grazie alla figlia, se non abbiamo capito male (ci confondiamo, pardon: altre volte aveva detto che era grazie a Gesù, e altre a Fidel Castro).

Sarà perché a noi invece piace la coccoina (attenzione agli errori di stampa: è la colla bianca al profumo di mandorla), sarà perché per fortuna non dobbiamo niente a Fidel Castro, ma di fronte a quella compagnia abbiamo avuto un solo pensiero.

Questo: è un dramma. Quello di Lapo? No. Quello che stava andando in onda. E non diteci che è perché guidiamo una Toyota.


Porta a porta - Il dramma di Lapo

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Lapo Elkann
Lapo Elkann

 
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