Vogliamo, brevemente, rendervi partecipi di una lieta sorpresa. Trattasi di questo.
Un paio di giorni fa, in macchina tornando a casa, ci sembra che dalla radio esca qualcosa di nuovo, anzi dantico (avrebbe detto quel Grande). Musica carina, ben scelta. Notiziari brevi e succosi. Poche chiacchiere. Restiamo favorevolmente impressionati: da Radio Uno passiamo al Due, ed è lo stesso. Però.
A casa, accendiamo la televisione per il Tiggì. Ben fatto. Lo speaker, sobrio ed elegante, legge bene. Non ha vezzi da primadonna o primouomo. Non ha difetti di pronuncia. Non ammicca. Non fa finta di essere un nostro amicone. Ci dà informazioni precise, rapide, sicure. Incredibile. Zapping sul Tg5: lo stesso. Poi sul Tg2: anche meglio. Sul Tg3: esemplare. Siamo sbalorditi. Soprattutto perché manca la solita, insopportabile, lunga, deprimente, giornaliera, offensiva (per lintelligenza) tiritera delle dichiarazioni dei politici: Prodi ha detto, ma Berlusconi ha ribattuto, Casini ha puntualizzato, Follini invece…, Fini ha dichiarato, Mastella non si sa, Bossi o chi per lui ha ribadito, Bertinotti ha chiosato, Rutelli… boh, Fassino ha stigmatizzato, e via fino ai minimi (i minori già li abbiamo citati, dei maggiori si son perse da tempo le tracce). E poi lUnione, lUdeur, la CidiElle, lAenne, il Cicciddì… Disgusto puro.
Una meraviglia. Davvero. Stavamo già per elevare un Te Deum di ringraziamento a non si sa chi, quando una notizia in coda a un Tiggì ci ha congelato.
Cera lo sciopero nazionale dei giornalisti. Che purtroppo dura poco: un paio di giorni soltanto. Così ritorneranno i protagonismi, le chiacchiere, le interviste in ginocchio, la campagna elettorale fatta dagli studi dei telegiornali, le decine di minuti per ogni Tiggì con le dichiarazioni (offensive: vedi sopra) dei politici. Sempre gli stessi. Sempre uguali. Sempre deprimenti.
Finora credevamo che lunico sciopero gradito ai cittadini, e anche a noi, fosse quello dei casellanti delle autostrade. Ora cè anche quello dei giornalisti. Che continuino, per piacere. Ad libitum. A oltranza. Forza ragazzi, tenete duro. Siamo tutti con voi.
PS. Crediamo che allo sciopero suddetto si debba anche la trasmissione della partita di calcio della Nazionale Under 21 (ci pare) di venerdì 7 ottobre senza commento. Esemplare. Sembrava di essere allo stadio. Della partita non ci interessava un accidente, ma labbiamo guardata solo per il gusto di vedere qualcosa di vivace, e non di sentire scempiaggini mortifere. Ragazzi, forza. Continuate così. Avete tutta la nostra solidarietà. Scioperate almeno fino a Natale.
PS2. Ahimé, lo sciopero è terminato. Non è mai troppo presto. Così domenica 9 ottobre, Rai Tre, ci siamo dovuti sorbire la diretta da Roma della manifestazione elettorale ulivista, o unionista, o come si chiamano ora. A commentarla Bianca Berlinguer, un cognome un programma, giornalista Rai che faceva da corifea dell'opposizione in piazza, all'incirca come i commentatori del calcio che fanno non la cronaca ma il tifo. Si può capire, naturalmente (senza quel cognome e quella 'parte' lì chissà dove sarebbe ora), ma certo si rimane sconcertati. Aspettiamo, così per un banale motivo di equilibri, la diretta di: una manifestazione di radicali, una manifestazione da Pontida con birre e salsicciotti, una manifestazione di nostalgici con la mano levata, una manifestazione di bertinottiani, una manifestazione di preti, una manifestazioni di stalinisti, una manifestazione di epigoni craxiani, una manifestazione di guerrafondai, una manifestazione di pacifisti arcobaleno, una manifestazione di girotondini, una manifestazione di Rom, una manifestazione di reduci della prima guerra mondiale e della seconda, una manifestazione di portatori di ceri di Gubbio, una manifestazione di islamiche velate (o svelate, a scelta), una manifestazione di ciclisti della domenica, e potremmo continuare. Sicuramente saranno tutte più divertenti di questa. Quanto a Berlusconi, ci pensa già Fede.
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