Queste due brevi note per segnalare, così en passant, il degrado del ‘parlato in Tv, questa volta intesa come Rai. Che è arcinoto, non è minimamente cambiato con le rivoluzioni (buona questa) della dirigenza, né con lallargamento del Consiglio di Amministrazione, che così ha beneficato altri riciclati e raccomandati. O bravi.
Nota prima. Miss Italia. Ne abbiamo già parlato a suo tempo (Quante belle figlie Madama Dorè), ed è inutile ripetersi, se non per dire che è da paese del quarto mondo occupare per ore e ore la prima serata di Rai Uno con questa tristezza da Salsomaggiore. Roba da anni Cinquanta, catapultata nel 2005. Che però, ci informa la Rai e il suo zazzeruto Del Noce, ha avuto, udite udite! uno share (ci scusiamo per lespressione) del 30.79 la penultima puntata (delle quattro: roba da urlare), con oltre sei milioni di spettatori. Cosa che non ci deprime poi troppo: visto che gli italiani sono circa 57 milioni, beh almeno 51 di essi sono intelligenti. Non è poco.
Ma il bello, scusate si fa per dire, è Carlo Conti, il presentatore più abbronzato del mondo: che a noi, labbiamo già detto unaltra volta, fa limpressione di un tale, che so?, un ragioniere, che in un villaggio vacanze sia stato costretto a presentare una seratina di dilettanti perché lanimatore titolare era ammalato. Fa quel che può. Ride, dice battute, cammina, agita le mani. Che volete di più da un ragioniere?
Che però, a volte, ha la ventura di trovarsi di fronte a un professionista. Per esempio, nella puntata finale, a Bruce Willis, lì trasportato da Hollywood a suon di chissà quanti migliaia di euri a presiedere la giuria. Il Conti lo intervista. E come accade anche ai più freddi dei ragionieri casualmente presentatori, si fa prendere la mano. Il Willis dice che lui ama moltissimo le sue figlie. Al che, come se niente fosse, il Conti: “Di quale moglie?”. Willis, senza scomporsi: “Di Demi Moore”. Dove si vede la differenza fra un professionista e un dilettante. Un dilettante lavrebbe preso a cazzotti in diretta. Peccato.
Nota seconda. Si stanno svolgendo in Croazia i campionati europei di basketball, da noi pallacanestro. Belli, naturalmente. Se non fosse che, a commentare le partite dellItalia (le altre non si vedono, praticamente), ci sono due che farebbero arrabbiare un sordo: Franco Lauro, commentatore ufficiale, e Marco Bonamico, ‘spalla tecnica. Un duo disastroso, insopportabile, che già avevamo beccato alla Olimpiadi (Atene, Olimpiadi amene . 1).
Questi due non parlano: urlano. Non commentano: fanno il tifo. Non raccontano la partita: strillano come i peggiori, i più esaltati, i più ciechi dei tifosi. Si rivolgono ai giocatori: forza! Ora Jack! (Jack? e chi è?), così si fa! attenzione!… E questo è niente. Gli azzurri giocano male, e loro sbraitano, si scaldano, se la prendono con i tifosi avversari che urlano (loro sì che fanno bene: mica sono commentatori). I falli che gli arbitri fischiano a favore degli azzurri sono sacrosanti, e se non lo fanno sono incompetenti (“Era un fallo clamoroso”!). Quando i ‘nostri segnano si leva a due voci un urlo: “Sìììì!”, o a scelta “Alla grande!!!”, come nella peggiore delle Curve Sud. Manca che urlino ‘devi morire ai croati e sarebbero perfetti.
Ci riferiamo alla partita Italia-Croazia, trasmessa martedì 20 settembre da Rai Sport, su Rai Due, nel pomeriggio. Unindecenza. Da spingere uno spettatore normale a fare il tifo per gli avversari. Che infatti hanno vinto, eliminando i ‘nostri. Masochisticamente, ci ha fatto quasi piacere. Se non altro, non sentiremo più questi due.
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Carlo Conti
Marco Bonamico (giocatore della "Virtus" durante gli anni '80)
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