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La definizione di quest'orrore

di Francesco Merlo
  Il Papa Urbano II bandisce la Prima Crociata, miniatura dalle «Storie delle Crociate» di Guglielmo di Tiro, Ginevra, Biblioteca Pubblica e Universitaria
Data di pubblicazione su web 12/07/2005  
Da «La Repubblica», 9 luglio 2005

Prima ancora delle condoglianze, è partito dall’Italia uno schizzo ideologico. L’interpretazione dell'attentato di Londra come "anticristiano" è stata in un primo tempo attribuita dall'agenzia Ansa al Papa con tanto di virgolette e, subito, (quasi) tutti ci siamo resi conto che sarebbe stato davvero troppo acrobatico, anche per un teologo tedesco scambiare la metropolitana londinese per un simbolo religioso, per un campanile o per un confessionale; e che, ancora peggio, sarebbe stata una maniera troppo miope e persino un po' miserabile di condolersi.

E di fare le condoglianze “a condizione che...”. Difatti nel testo integrale che il Pontefice ha inviato al cardinale inglese Murphy O'Connor quella parolona, “anticristiano”, non c'era più. Forse non c’era mai stata o, più probabilmente, conoscendo la serietà istituzionale dell’agenzia Ansa, una mano intelligente e misericordiosa l’aveva eliminata, restituendo quel telegramma all’assennatezza, al buonsenso e al dolore vero.
 

Papa Benedetto XVI

E tuttavia la strumentalizzazione non è stata fermata, l’attentato e la strage sono rimasti “anticristiani”, e la notte televisiva è stata occupata da questa nuova bizzarria teocon, da questa insensata amministrazione della realtà a partire dalle proprie fobie e dalle proprie insicurezze ideologiche, dalla voglia invincibile di armare il cristianesimo, dal desiderio di sostituirsi alle vittime, di prenderne il posto per legittimare una esangue ma verbosa aggressività cristiana, per scambiare la corona di spine con l'elmo chiodato. Tanto più che il segretario di Stato vaticano, il cardinale Angelo Sodano, intervistato dal Tg5, aveva – ci auguriamo ingenuamente e inconsapevolmente – alimentato l’idea delle bombe anticristiane invitando a «smetterla con lo scontro di civiltà», a dire «basta all'odio tra le civiltà», come se davvero nella Londra multietnica si fossero affrontati cristiani e musulmani, come se i treni che corrono sui binari fossero cristiani e l’esplosivo che li fa saltare fosse musulmano, come se i cinquanta morti innocenti fossero “papa boys” a un raduno di Radio Maria.

Londra, 7 luglio 2005

Sodano ha dato per scontato lo scontro tra le civiltà, troppo spesso ridotte da un semplicismo irresponsabile, al cristianesimo e all'islamismo, quando Huntington nel suo famoso libro ne cita 9 (la occidentale, la latinoamericana, l’africana, l’islamica, la sinica, l’indù, l’ortodossa, la buddista, la giapponese); e Arnold J. Toynbee ne conta 19 (di cui solo 5 vive e tutte le altre in sonno); e Spengler allunga la lista... Quando c'è, insomma, una serissima branca del sapere scientifico, il Declinismo, che studia la nascita e la morte delle civiltà, e dunque lo scontro delle civiltà. Quali civiltà Sodano ha invitato a deporre le armi? Chi alimenta l’odio? A chi ha detto basta? E’ forse un partito questo del “basta”, che vuole disarmare l'Occidente e al suo posto armare il cristianesimo? Di sicuro non è una civiltà quella che mette le bombe sugli autobus. E lo scontro delle civiltà è uno slogan che mai dovrebbe essere farfugliato, anche perché già l’invito a sedarlo lo legittima. Molto meglio sarebbe qualificare le mille civiltà che viaggiano nella metropolitana di Londra – tutte e non solo quella cristiana – , e poi definire i loro becchini, cioè i terroristi che, in cambio del paradiso riservato all’umanità stragista e suicida, le vogliono distruggere a grappoli, macellare tutte insieme proprio nei luoghi in cui meglio convivono, lì dove si relativizzano, dove perdono il mistero divino per farsi umane.

Londra, 7 luglio 2005

L’attentato di Londra, feroce nella sua chiarezza, è tanto anticristiano quanto è antislamico, antibuddista, antiinduista, antitaoista. È un attentato contro i propri fantasmi e le proprie ossessioni, un attentato impolitico contro tutto ciò che non è fanatismo, contro l’Islam “lussurioso” e contro il cristianesimo “secolarizzato”, contro i pacifisti indù, contro la magnifica varietà che Allah ha creato e che fa di Londra la straordinaria capitale “imperiale” del futuro. I musulmani in Inghilterra sono più di 2 milioni e nella metropolitana di Londra non ci trovi un inglese neppure a pagarlo a peso d’oro. Spesso le donne alte,  bionde e con gli occhi azzurri, sono circasse, e ogni mattina s’intruppano nell’underground turbanti e kefiah, barbè talibane e tuniche. Mancano solo i cammelli e le dune. La metropolitana non simboleggia nessuna religione, è stata scelta perché è il luogo dove è più efficace la macellazione, il luogo ideale per i vigliacchi che vogliono ammazzarci come topi, dove è più facile eliminare più Occidente possibile, intendendo per Occidente tutto ciò che non è fanatismo gigantesco e stupido, tutto ciò che non è guerra di civiltà.

Perciò è grave che, qui in Italia, l’Occidente, sia quando si difende e sia quando è offeso, venga utilizzato come strumento di propaganda clericale e pretesto di legittimazione ideologica: per dire no alla guerra di civiltà e sì alla guerra di religioni.

© «La Repubblica» 2005

Samuel P. Huntington, Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale. Il futuro geopolitico del pianeta, Milano, Garzanti, 2001





 







 
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