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Amori disabili

di Marco Luceri
  Oasis
Data di pubblicazione su web 01/01/2002  
Solitamente la cinematografia coreana ha sempre fatto un'ottima figura alla Mostra di Venezia; la kermesse del Lido ha permesso (soprattutto al pubblico europeo) di conoscere molti nuovi autori dell'Estremo Oriente. Oasis non ha deluso le aspettative e si è rivelato uno dei film più sorprendenti ed applauditi tra quelli in concorso.

Oasis affronta, attraverso una nitida ed impietosa ritrattistica della Corea di oggi, il tema della difficoltà, da parte di due disabili, di far emergere nella società il loro sentimento di affetto e reciproca comprensione. Protagonisti del film sono un giovane coreano un pò ritardato (appena uscito dal carcere), ripudiato dalla famiglia, del quale farebbe volentiri a meno, ed una giovane handicappata, costretta sulla sedia a rotelle e gravemente impedita nel parlare. Dopo il primo burrascoso incontro (in cui lui cerca di stuprarla), con lo scorrere dei giorni, tra i due si instaura lentamente, ma in maniera costante, un rapporto di reciproco affetto, che sfocerà presto nell'amore, libero, vero, sincero. Una sera però i due vengono scopreti dai famigliari di lei a fare l'amore: è l'inizio della fine. I due poveri amanti saranno costretti dalle rispettive famiglie ad una tragica e definitiva separazione...

Film dai toni amari ed inquieti, Oasis è un duro atto di accusa nei confronti della società coreana, nella quale sembrano farla da padrona valori negativi quali la ricerca esasperata del profittol'intolleranza verso le diversità, l'alienazione. Tutti temi già ampiamente trattati dal cinema asiatico, ma l'originalità di Oasis sta tutta nell'aver dipinto questo mondo come pesantemente presente nella storia e non come semplice sfondo alla vicenda dei due protagonisti. Le due famiglie coinvolte nel dramma dei due giovani appaiono composte da mediocri piccolo-borghesi, gente senza scrupoli, pronta a sfruttare il dolore altrui e spregiudicata nel privare con violenza le due govani creature dell'unica ragione che forse le lega veramente alla vita, cioè il sincero affetto che lega i loro cuori.

Gradualmenta allora, con il procedere del film, i due mondi, quello dell'amore e quello della società coreana, apriranno sempre di più il fossato che li separa, fino allo scontro, impari, del finale. Ai due poveri reietti all fine non resterà che rifurgiarsi in quell'oasi di sentimenti sinceri rappresentata dal loro amore; un'oasi però su cui non batte il sole, ma si allungano le tenebre. La scena finale, con il giovane che tenta di spezzare, con la sola forza della disperazione, i rami degli alberi (che impediscono alla luce di entrare dalla finestra nella camera da letto dell'amata) è l'ultimo tentativo di raggiungere quell'oasi irrimediabilmente perduta, e con esso, tutta la volontà di affermare la propria dignità di uomo, prima che di amante.

Opera molto interessante dell'emergente Chang-dong, Oasis deve molto della sua amarezza alla stupefacente performance attorica di Moon So-ri (nella parte della giovane disabile). La mimica del viso e del corpo, tesa a rendere di una credibilità inconfutabile la malattia della protagonista, appare di un realismo perfetto quanto atipico; lo spettatore crede di essere di fronte ad un'attrice disabile, ma in realtà (come si evince dalle poche sequenze oniriche in cui la giovane si immagina priva di malattie)è costretto a ricredersi: Moon So-ri sta solo (!) recitando, è in splendida forma e credo ci regalerà nel prossimo futuro altre ottime prove. Come il cinema coreano, che da troppo tempo aspetta di uscir fuori dalla sparuta schiera di appassionati cinefili, per aprire al grande pubblico le proprie inquietudini. 

 

Oasis
cast cast & credits
 



 
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