Un curioso allestimento di Roberto De Simone - nuovo per il Teatro dell'Opera di Roma - apre la programmazione dello stesso ente lirico capitolino presso il più piccolo Teatro Nazionale, che raccoglie le produzioni di minor impegno organizzativo e, forse, più sperimentali e innovative sul piano della ricerca drammaturgica e musicale. Il titolo dello spettacolo è Combattimento e storia di un soldato. Mette insieme, perciò, il Combattimento di Tancredi e Clorinda di Claudio Monteverdi con l'Histoire du soldat di Igor Stravinskij.
I due testi, in effetti, sono apparentabili, perché entrambi narrano storie mitiche (le gesta dei paladini davanti alle mura di Gerusalemme e le magie diaboliche di cui resta vittima un incauto soldato in licenza), ma anche perché gli stessi soggetti raccontati riaffiorano nella coscienza contemporanea mediante i diversi circuiti con cui la tradizione popolare li ha conservati e vivificati. Nell'allestimento per l'Opera di Roma, inoltre, entrambi i testi sono ulteriormente avvicinati dalla ri-scrittura che Roberto De Simone ha realizzato delle parti strumentali monteverdiane, impiegando, anche per il Combattimento, lo stesso strumentario predisposto da Stravinskij per la sua Histoire: violino, contrabbasso, clarinetto, fagotto, tromba, trombone e percussione. Vi ha aggiunto, per la realizzazione del basso continuo di sostegno ai recitativi, una combinazione inconsueta, ma per niente aggressiva, di tastiera elettronica, chitarra e basso elettrici.
Nella ideazione e regia di De Simone, gli elementi di matrice popolare sono vistosissimi, a cominciare dal lungo solo - quasi un prologo, in apertura di spettacolo - nello stile dei cantastorie e pupari siciliani, proposto da Vincenzo Pirrotta (bravissimo nelle escursioni timbriche e nelle raffinatezze ritmiche derivate dal teatro dei pupi), alla frequente interpolazione di lunghi frammenti narrativi in napoletano nella Storia stravinskijana, al combattimento dei figuranti e alle movenze meccaniche di tutti i personaggi in scena (anchessi esemplati sulle zuffe dei pupi e sui gesti stereotipati delle marionette).
Il testo narrativo nell'Histoire è stato felicemente reso con una pluralità linguistica che affida a uno straordinario trio di rapper napoletani (Paolo Romano, Joel e Marco Caricchia) gli aspetti più velocemente narrativi e ritmicamente incalzanti, con curiosi rinvii alla cronaca (non manca una citazione all'attuale Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica, né l'indicazione in euro di tutti i valori monetari), al francese dell'originale le piste ri-affioranti delle memorie e della coscienza del soldato, e all'italiano i passaggi più solenni e cerimoniali, con alcune esilaranti traduzioni dirette dallinglese al napoletano.
Molto belli, ancora, i costumi di Odette Nicoletti (irresistibile il cantastorie, e il diavolo, nella sua prima apparizione), così le scene curate da Nicola Rubertelli. L'ensemble strumentale dell'Opera di Roma era affidato alla sicura direzione di Vittorio Parisi. Uno spettacolo molto piacevole e divertente, capace, tuttavia, di sollecitare molteplici piste di lettura e ascolto, anche ripensandoci dopo, a sipario chiuso.
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Combattimento e storia di un soldato
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Il combattimento di Tancredi e Clorinda
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L'Histoire du soldat
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Foto: Corrado Maria Falsini
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