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Piccolo capolavoro

di Siro Ferrone
  Man Jing - Blind Shaft - di Li Yang
Data di pubblicazione su web 13/02/2003  
Realizzato da una coproduzione sino-tedesca, è il primo lungometraggio di fiction di Li Yang, quarantatreene figlio di attori, attore a sua volta, studioso di letteratura tedesca per anni in Germania e infine autore di molti documentari. Un film che, secondo me, meriterebbe l'Orso d'Oro per le sue qualità narrative, interpretative e registiche.

Nel nord della Cina Song e Tang, due minatori, assassini senza scrupoli, in una piazza popolata di disperati, adescano un ragazzo di sedici anni: Yuan è lontano da casa, cerca disperatamente un guadagno che gli permetta di mantenere agli studi la sorellina; il padre è partito di casa, anche lui per trovare lavoro, enon ha fatto ritorno. I due minatori cambiano la carta d'identità al ragazzo e lo fanno passare per nipote di uno di loro. Come hanno fatto un'altra volta, quando saranno assunti in miniera, lo uccideranno, provocheranno una frana nella galleria e ricatteranno il capo del cantiere. Questi, per evitare inchieste, pagherà loro l'indennizzo per la morte del loro caro "parente"; loro fingeranno di passare quel denaro alla famiglia e invece se lo spartiranno. Nessuno saprà mai quel che è davvero successo nel profondo della terra.

Questo il piano, ma uno dei due assassini viene lentamente conquistato dall'onestà e dalla generosità del ragazzo. Lentamente nella sua mente il progetto omicida vacilla. Anche lui del resto lavora per pagare la scuola al figlio lontano. Quella esitazione è fatale, i due assassini si feriscono reciprocamente al momento di abbattere il giovane in un cunicolo della miniera. Yuan scappa. Poco dopo un'esplosione di routine seppellisce i corpi di Song e Tang. Il ragazzo è costretto a incassare l'indennità che il capo della miniera gli paga per la morte dello "zio".

Tratto da un romanzo contemporaneo cinese, il film ha un'ottima sceneggiatura quasi senza sbavature. Ma la sua forza consiste nella felice compresenza di tecnica documentaria e di intensità recitativa. Le riprese, sia in interni che in esterni, incidono magistrali sequenze in soggettiva, con camera in spalla, primi piani, movimenti dettati dai corpi degli attori, luci sgranate o contrastate di tessitura realistica: dalle parodiche scene del bordello alle tortuose e numerose immagini dei mercati (dove si consuma l'adescamento della vittima, la vita in comune dei tre), dalle aspre pagine buie della miniera ai serrati dialoghi di tutto il film. A questo linguaggio si alterna la campitura gelida, fatta di colori lividi e di inquadrature realistiche, di altre scene.La polvere del carbone, l'odore d'aglio del cibo e della birra, lo squallore del bordello, lo sporco di scarpe, lenzuola, vestiti, rendono tangibili le abrasioni profonde di una vita in attesa di redenzione.

Quella che il ghigno disperato del minatore cattivo non spera più di raggiungere, guidato dal solo desiderio egoistico. Ma che invece costituisce il sotterraneo respiro che unisce la vittima e il carnefice "buono". Il rapporto tra un figlio in cerca di speranza (e di padre) e un padre che non ha ancora perduto il figlio non è mai dichiarato, ma come la speranza, sempre sottinteso. Tale capacità di essere reticente su un tema che la letteratura occidentale ha squadernato con impudica semplificazione, ora freudiana ora scolastica, deriva dal dominio assoluto della macchina narrativa e rappresentativa. L'andamento di partenza (il primo omicidio di un falso "parente" in miniera, il pagamento del denaro, la discesa dei minatori in città) è shakespeariano. Poi comincia la lenta ascesa del romanzo di formazione di Yuan: il ragazzo salva la vita, perde l'innocenza, trova il denaro. Senza dirlo troppo forte, potrebbe esssere la parabola di un'intera generazione. Ma sarebbe un errore classificare con la matita del critico-maestrino un'opera che ha nella sobrietà la sua qualità più alta.

 
Man Jing
cast cast & credits
 
 

Man Jing - Blind Shaft -
Man Jing - Blind Shaft -




 
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