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Cuori in affitto

di Marco Luceri
  Dirty pretty things
Data di pubblicazione su web 31/07/2002  
Tornato al lavoro dopo due anni (Liam, del 2000, è il suo penultimo film), Frears elabora ancora una volta un'opera complessa, originale e riuscita sul difficile tema dell'inserimento degli immigrati clandestini nell'odierna societa' inglese.

Tutta la storia ruota sulla figura di un immigrato clandestino, il nigeriano Okwe, che riesce a vivere nella capitale britannica esercitando un doppio lavoro: tassista e portiere di notte in vecchio albergo di West London che riserva alcune camere sono destinate a delle prostitute per un trattamento speciale riservato ad alcuni clienti. Senza fissa dimora e in attesa del permesso di soggiorno, il nigeriano è costretto a vivere in uno squallido appartamento di periferia con Senay, una giovane cameriera turca che lavora nel suo stesso albergo anche se la legge non lo permetterebbe. Una notte Okwe, per riparare un guasto nel bagno di una camera, scopre la sconcertante presenza di un cuore per un trapianto. Preoccupato, ne parla con il resto dello staff e con gli amici e inizia ad indagare. Ben presto scopre che l'albergo dove presta servizio è al centro di un vasto e torbido traffico clandestino di organi, gestito dal proprietario dell'albergo, un oscuro personaggio senza scrupoli, che scambia organi trapiantati da immigrati con passaporti e permessi di soggiorno destinati agli stessi. Okwe, medico e uomo generoso, si convince di dover agire per fermare questo sottobosco criminale, in cui pian piano viene coinvolta anche la bella Senay…

Il tema toccato dal regista inglese è una dolorosa ferita purtroppo ancora lontana dall'essere rimarginata: il traffico clandestino di organi legato alla disperazione di questa gente e gestito da uomini senza scrupoli. La situazione decritta è aberrante: tantissimi immigrati irregolari, che non potendo rivolgersi alle autorità per avere un aiuto, sono sfruttati, costretti non solo a fare turni di lavoro massacranti, ma anche a mettere la propria vita a repentaglio, nelle mani della criminalità. Tutto questo per ottenere un permesso di soggiorno o un passaporto che in una società democratica dovrebbe essere diritti acquisiti. La legge e lo stato sono screditati: ci si adopera con solerzia solo nel reprimere e perseguitare, piuttosto che nel comprendere e dunque nel riformare. Londra allora si trasforma da sogno in un'enorme trappola dove migliaia di lavoratori immigrati vivono di stenti, senza alcun tipo di tutela e costretti a gesti impensabili.

In un mondo di corruzione e lassismo, Owke decide di rimanere moralmente integro e di non prestarsi allo sporco gioco in cui viene suo malgrado trascinato. In uno dei migliori titoli della sua filmografia, il regista de Le relazioni pericolose costruisce la figura di Okwe legandola a quella di Senay (interpretata dalla bravissima Audrey Tautou, ex Amelie Poulaine) e alle problematiche connesse alla loro situazione di immigrati. Il merito del regista è quello di non aver fatto di questo personaggio un eroe, errore in cui facilmente si sarebbe potuti cadere, se il film non fosse stato costruito in maniera così magistrale. Il nigeriano è dopo tutto un uomo che conserva i suoi difetti, le sue piccole manie, i suoi limiti, ma che riesce alla fine a avere la forza di salvare Senay e di scendere (ma è solo apparenza) a patti con il diavolo. Il film sfiora anche temi come l'amicizia, la complicità tra poveri, l'incontro tra diverse culture, ma tutto in maniera delicata, coerente, come solo i buoni cineasti sanno fare.


Dirty pretty things
cast cast & credits
 
 

In concorso al 59° Festival di Venezia, 2002


Il regista Stephen Frears
Il regista Stephen Frears




 
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