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L'educazione transculturale

di Federico Ferrone
  Monsieur Ibrahim et les fleurs du Coran
Data di pubblicazione su web 31/08/2003  
Monsieur Ibrahim et les fleurs du Coran è un romanzo breve del francese Eric-Emmanuel Schmitt, già portato in teatro con successo in Francia qualche anno fa e ancora in cartellone a Parigi. La versione cinematografica, curata da François Dupeyron, ha il merito di ricostruire con garbo un'ambientazione come la Parigi degli anni Sessanta di consentire al protagonista Omar Sharif, presente a Venezia per ritirare il Leone d'oro alla carriera, di giustificare il riconoscimento con un' ottima interpretazione.

La storia è il racconto dell'educazione all'età adulta di Momo, tredicenne ebreo del secondo arondissement, stretto tra il padre tirchio, che lo paragona con disprezzo al fratello maggiore fuggito di casa, e i desideri di emancipazione tipici dell'età, acuiti dalla vicinanza con il luogo della tentazione: la rue Bleu, dove si concentra una prostituzione che ancora risponde alla logica di quartiere e non a quella dei protettori. La rue Bleu è, nella prima parte del film, l'unità di luogo piuttosto rigorosa entro cui si svolge l'azione. Separata da un breve passage dall'appartamento in cui Momo vive senza la madre, è la sede della piccola boutique di alimentari di Monsieur Ibrahim (Sharif, appunto), cittadino turco, da tutti conosciuto come l'arabo. ("cos'è un arabo? uno che sta aperto dalle otto a mezzanotte, e perfino la domenica" recita un'azzeccata battuta del testo).

La crescita interiore del ragazzo passerà attraverso il progressivo allontanamento dal padre, uomo infelice che lo abbandonerà, e l'avvicinamento alla figura del saggio e riflessivo Ibrahim, che lo inizierà alla sua visione serena nei confronti del mondo, confortato dalla lettura del "suo" Corano. Sviluppatosi un rapporto straordinario che li unisce come padre e figlio, Ibrahim e Momo partiranno poi per un viaggio in auto fino al paese di origine dell' arabo, l'Anatolia.

E' appunto l'ambientazione la nota più pregevole del film, capace di cogliere sensazioni e figure dell'epoca, tra musica pop ed il sogno del cinema Nouvelle Vague (da segnalare un cameo di Isabelle Adjani come stellina di un film in lavorazione nella rue Bleu), la prima immigrazione dalle ex-colonie ed il conflitto generazionale. Divertente e vivace, per quanto non particolarmente originale, Monsieur Ibrahim è un film ben sceneggiato, capace di tratteggiare un rapporto umano profondo senza scadere nel patetismo, neanche quando racconta la svolta di un anziano solo che torna padre quando è ormai vicino alla fine. La storia corre liscia fino al termine del viaggio, itinerario di formazione che terminerà con l'incontro di Momo con la morte, passo necessario per entrare nell'età adulta. Un po' banale, ma molto gradevole.


Monsieur Ibrahim et les fleurs du Coran
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