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Il cinema? Un percorso a ostacoli. Parola di Von Trier

di Federico Ferrone
  The five obstructions
Data di pubblicazione su web 03/09/2003  
The Five Obstructions, i cinque ostacoli, è un esperimento di decostruzione e ricostruzione cinematografica. Il punto di partenza è un filmetto pubblicitario del 1967, L'uomo perfetto di Jorgen Leth, ironico cortometraggio ispirato allo stile pubblicitario dell'epoca che ritrae le movenze di due esemplari di uomo e donna "perfetti". Protagonisti dell'esperimento lo stesso Jorgen Leth, oggi sessantaseienne, e il regista più discusso e più "imbevuto" di cinema del mondo: Lars von Trier.

In pratica von Trier imporrà al più anziano collega cinque remake del filmetto, ponendo per ognuno di essi delle condizioni di realizzazione. Prima prova: rigirare il film a Cuba, con inquadrature che non superino i dodici fotogrammi. Tra le varie condizioni delle prove successive: rigirare il film in animazione, a Bombay oppure a Bruxelles.

The Five Obstructions è il resoconto degli incontri tra i due registi alternati alla cronaca della lavorazione dei cinque film. Strano ibrido tra fiction, documentario e backstage, la nuova provocazione di von Trier ripropone le ossessioni dell'autore danese: il distacco del regista rispetto al filmato, il limite di ogni finzione e la messa a nudo della dinamica realizzativa di un film.

Il divertente racconto di mesi di confronto e riprese non è solo un esercizio di stile alla Queneau ma l'occasione, per i due film-makers, di discutere ed esporre le diverse modalità con cui si può fare cinema. Con malcelato intellettualismo il film viene sezionato, rimontato e reinterpretato in cinque modi possibili. A rimanere invariato soltanto il soggetto, peraltro sottilissimo, dell'uomo e della donna perfetti.

Tutto il contrario di un appassionato omaggio al cinema, piuttosto una compiaciuta dimostrazione pratica sulle possibilità di scomposizione dei singoli elementi cinematografici. Nella sua problematicità teorica il cinema di von Trier rischia di divenire ripetitivo - ma nella messa in scena riesce sempre ad essere efficace, in questo caso persino spassoso. Meglio non prenderlo troppo sul serio e godersi il divertente giochetto del giovane che impone sforzi arbitrari all'anziano per il solo godimento dello spettatore. Quanto alla presunta sincerità dei due metteurs en scène ...


The five obstructions
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