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Velone al vento

di Roberto Fedi
  Teo Mammucari e una 'velona'
Data di pubblicazione su web 15/06/2003  
Un anno fa, d'estate come ora (caldo come ora), Antonio Ricci ebbe l'idea di sostituire Striscia in vacanza con il concorso delle Veline. Scandalo. A onor del vero, fummo tra i pochissimi a dargli atto del colpo di genio. Alla fine il concorso trovò le due Veline attuali, forse le più scialbe della storia di Striscia: non a caso, erano state scelte da una giuria di giornalisti. Che fare?

Così il Ricci ne ha pensata un'altra, forse ancora più geniale della precedente. Le Veline restano: tanto, non debbono fare altro che sculettare, e alla peggio vorrà dire che, dopo, spariranno e non presenteranno nessun programma Mediaset (e questo è già un bel risultato, di cui dobbiamo ancora essergli grati). Ma che si mette fra le otto e mezzo e le nove, su Canale 5?

Da qualche giorno, sul solito palchetto dell'anno scorso che sa tanto di fiera di paese (ma sobriamente elegante, senza nessun folklore), riecco allora Teo Mammucari in giro per l'Italia. Il Mammucari, che fra le tante facce di bronzo della televisione è l'unico che ammette apertamente di esserlo, e che anche solo per questo andrebbe premiato, presenta ogni sera quattro 'velone', signore di oltre 65 anni. Che sono lì semplicemente per farsi un po' vedere, e magari per vincere il premio finale.

Chiunque capisce che la faccenda è pericolosa. Ogni volta che in televisione arriva qualche signora non proprio ventenne, la gestione del fatto - che è quasi sempre un fattaccio - è difficile. Si va dal patetismo di chi cerca di nascondere l'età con trucchi disperati, a chi finge col pianto in gola di essere contenta del tempo che è passato. Se l'età è di quelle 'importanti' (come dicono in televisione), immancabile scatta l'applauso da necrofili, come ormai anche ai funerali. Il presentatore è il più imbranato di tutti, e sembra che stia mandando in scena una mummia, o un Lazzaro risorto.

Qui niente di tutto questo. L'età viene dichiarata, con l'altezza e il peso, sullo schermo, come si farebbe per una miss del vattelappesca; la signore si divertono senza strafare; fanno qualche balletto e accettano di buon grado qualche scenetta lì per lì col Mammucari; sono disinvolte e spesso spiritose. Mammucari è bravissimo: ci scherza benevolmente e qualche volta neanche tanto, e si vede che si diverte. Il tutto senza drammi, e senza le banalità del buonismo.

Nessuno, a parte Antonio Ricci, avrebbe avuto il coraggio di provarci. A noi pare che questa sia la pietra tombale, finalmente, del concorso di Miss Italia e di altre simili infelicità. Si potrebbe (ed è stato già fatto) tirarci su un po' di sociologia, scomodare la psicologia e la terza età. Rimaniamo sul semplice: per capire come si possa, oggi, fare televisione intelligente anche su queste cose basta dare un'occhiata (breve per piacere) a come sono trattate le signore da Mara Venier, che contemporaneamente su Rai Uno telefona qua e là tanto per fare un po' di spettacolino da Tv di provincia. In modo apprensivo, con la faccina impostata, con la risatina o risatona che sembra la pacca sulla schiena di chi, visibilmente, non sa come fare a cavarsela.

Qui si sorride. Tant'è vero che, con perfidia pari al genio, il Ricci ha abbinato alle Velone anche un concorso per trovare la nuova annunciatrice di Mediaset. Arrivano, due per sera, le solite stangone, bellone, abbronzatone: tutte uguali, imbarazzate e imbarazzanti, tutte in posa, tutte truccate come nei telefilm. Tutte senza il benché minimo senso dell'ironia. Tutte che parlano come nei serial del pomeriggio, cercando disperatamente di nascondere l'accento del paesello. Tutte pronte per Maria De Filippi.

Lì accanto, le Velone se la ridono. Sono quasi tutte simpatiche, molte veramente belle anche a settant'anni. Ci piacciono. Sono tutte uniche, al contrario delle bellone che sono tutte uguali. Come direbbe un esperto, bucano lo schermo, mentre le altre non lasciano traccia. Per arrivare lì, in genere hanno dovuto litigare con figli e nipoti. Che bischeri.



Velone

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