drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

La vispa Teresa

di Roberto Fedi
  Olivia Hussey intrepreta Madre Teresa
Data di pubblicazione su web 20/10/2003  
Scrivere le vite dei santi dev'essere difficile; delle sante (o delle beate, sia pure fresche di beatitudine) ancora peggio. Infatti, nella storia del cinema, non si ricorda una sola santa (o beata) e un solo santo (o beato) che siano stati serviti bene dal 'mezzo', a parte Giovanna d'Arco con Dreyer (1928). Anche san Francesco non si è mai trovato troppo a suo agio. Figuriamoci madre Teresa di Calcutta.

Il fatto è che i santi, le sante, le beate e i beati hanno una dimensione spirituale che è improbo rendere in immagini (la storia di Giovanna d'Arco ha un aspetto talmente drammatico che la rende 'cinematografica' come poche: infatti i film su di lei si sono sprecati). Così si rischia di ridurre quella dimensione a una sfilza drammaturgicamente scontata di eventi: la giovinezza prima felice e poi devastata; la vocazione; la 'chiamata' di Dio; il contrasto con i 'cattivi' (o almeno i meno buoni); le difficoltà; la santità che spira da tutti i pori e che si manifesta, sullo schermo, in sorrisi, felicità, gioia perenne anche nei buchi più bui della terra e della nefandezza umana. Sarà per questo che sono santi.

Alla regola non si sottrae Madre Teresa, film Tv in due puntate (Rai Uno, domenica 19 ottobre e lunedì 20, prima serata), diretto da Fabrizio Costa con quello che di solito si definisce un cast internazionale. Non è la prima volta: nel 1995 Geraldine Chaplin l'aveva interpretata per Canale 5; e su di lei c'è anche un musical, attualmente a Roma per sfruttare il momento magico (no comment).


Madre Teresa
Madre Teresa
 
La storia della piccola albanese (era nata nel 1910) è arcinota, e quindi non si parlerà qui né della sua santità, né delle sue opere di misericordia, né della sua persona. Bensì del film Tv, che la tratta senza pathos né tensione. E che la 'serve' con la figura un po' incurvata per esigenze sceniche di Olivia Hussey (già Maria in Gesù di Nazareth di Zeffirelli, e Giulietta in Romeo e Giulietta dello stesso, ma molto tempo fa; e che ha anche interpretato in teatro La bottega dell'orefice di Karol Wojtyla - una fissazione, quasi). Che è brava come si può essere bravi in abiti da suora, che lasciano fuori solo gli occhi e il naso, guardando da sotto in su e sorridendo in mancanza di meglio. Intorno, scene di realismo soft come d'obbligo in un film televisivo (sempre troppo belle e accuratamente o genericamente pulite, anche quando si va nella giungla con i poveri indiani che muoiono di fame e di lavoro, o nei bassifondi di Calcutta), e attori da telefilm: fra i quali spiccano una Laura Morante che fa la madre superiora (improbabile e immobile, visto che qui non può strillare come ahimè ormai è sua abitudine sullo schermo), e Sebastiano Somma vestito da prete (uno dei preti meno credibili mai visti sullo schermo di ogni tempo e paese, e col parrucchino per essere più bellino come in un serial Tv: ma qui siamo in India nel dopoguerra - cose da pazzi).

Tutto si svolge, all'inizio, in play back - e ti pareva. Il Somma-prete va a conoscere Teresa, sulla cui ortodossia il Vaticano ha qualche dubbio. Dialogo fra i due, che serve per farci capire chi è la piccola suora semplice e sorridente (dove viene da chiedersi se è possibile che gli sceneggiatori non trovino mai di meglio di dialoghi come "scusi sorella, posso farle una domanda?" "Certo" "È vero che la vocazione le venne da sua madre?", e via con il play back e la rievocazione dell'infanzia, della morte del padre, e su su fino a noi). E, anche dopo, i dialoghi non sono meno scontati, fra una Teresa che sorride un po' da ebete e dice "sono la matita di Dio" anche quando stanno per bloccarla le autorità ecclesiastiche, e barbuti arcivescovi pensosi, padri confessori pensosi, Sebastiani (Somma) pensosi, e sorelle (nel senso di suorine) invece sempre sorridenti e vispe come nel cinema sembra che sia obbligatorio per queste fanciulle. Sarà.

Ci si chiede cosa aggiungano queste ricostruzioni o confezioni televisive al personaggio, alla sua storia, alla religione (per chi ci crede) o alla santità in genere. Nulla, ovviamente. Preti belli e vispe Terese, fatte salve le opere di misericordia, sono solo utili a una dimensione televisiva vagamente perbene, vagamente elegante, vagamente cattolica, vagamente popolareggiante, vagamente umanitaria. Tutto, insomma, un po' troppo vago.



Madre Teresa

cast cast & credits
 



 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013