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Le due Germanie

di Gabriella Gori
  Zweiland
Data di pubblicazione su web 23/07/2003  
Chiedersi oggi se il Tanztheater, a distanza di decenni dalla nascita, possa ancora trovare spazio nell'era in cui la danza è alla costante ricerca di un ubi consistam, o se abbia concluso la sua parabola creativa è difficile a dirsi. Il Tanztheater ha rivoluzionato il teatro di danza occidentale e ha ancora la sua carismatica figura di riferimento in Pina Bausch, artista tuttora attiva insieme alle conterranee Rheinhild Hoffmann e Susanne Linke, ma è un genere particolarissimo e autenticamente tedesco, "politico, morale ed esistenziale".

È una formula teatrale non facilmente definibile ed esportabile e come tale, oltre ad avere la sua terra d'elezione nella patria dei Cimbri e dei Teutoni, ha ancora in artisti germanofoni i suoi esponenti più rappresentativi. Nella fusione tra movimento, musica e parola, nella volontà di una comunicazione sempre più profonda e coinvolgente, nel desiderio di rendere la danza soggetto politico, forti sono le ascendenze espressioniste e brechtiane e questi principi condizionano gli esponenti del Tanzatheater, che hanno nel loro genoma i caratteri della danza espressionista tedesca.


Zweiland


È il caso di Sasha Waltz, accreditata coreografa e regista berlinese, co-direttrice della Schaubuhne di Berlino, il celebre teatro di Peter Stein, la quale, pur non avendo studiato nel tempio del Tanztheater, il Folkwang Tanzstudio di Essen, e dichiarando di avere una formazione moderna e post-moderna, crea autentici spettacoli di teatrodanza. Nome di punta di "Body-City", il I Festival Internazionale di Danza Contemporanea diretto da Frédéric Flamand per la Biennale di Venezia, la Waltz ha presentato con successo al PalaFenice lo spettacolo Zweiland.

Firmato dalla 'coreo-regista' nel 1997, Zweiland (Due Paesi) è ispirato alla riunificazione della due Germanie in una Berlino in continua metamorfosi che, nonostante l'abbattimento del muro nel 1989, stenta ancora a trovare una sua nuova dimensione. La mancata integrazione tra Est e Ovest incombe sulla 'drammaturgia' dell’artista berlinese e la città diventa teatro di una serie di scene di vita vissuta, di storie di emarginazione quotidiana, di difficoltà di comunicazione, di conflitti ideologici e sociali, tratteggiati con sapiente maestria.

Ironia, sarcasmo, candore, humor, nonsense, costruiscono il collante di una pièce corposa che è politica nel riflettere le problematiche più scottanti dell’attuale storia tedesca, ma anche 'romantica' nel rappresentare il desiderio del Volksgeist (lo spirito del popolo) di appartenere ad una nazione, intesa non solo in senso geografico e politico, ma anche spirituale e culturale. Il motivo del doppio, simbolo del binomio Est-Ovest, appare fin dall’inizio con due corpi ambiguamente aggrovigliati in una lotta o in un amplesso, e permane per tutta la durata delle spettacolo con la presenza di due gemelle siamesi, emblema della ricerca di un'unità consapevole e non imposta.

I 'danzattori' della compagnia "Sasha Waltz & Guests", vestiti da Annette Batz e Sasha Waltz, mettono in scena la difficoltà di una popolazione che, dopo anni di separazione e conflitti ideologici, non è ancora in grado di riconoscersi come facente parte di una stessa genia e deve iniziare ab ovo la costruzione di una nuova comunità civile che sappia superare divergenze e differenze. Ma non è facile e allora ricostruire ciò che si sgretola, dalle case, agli ambienti, alle relazioni umane, reinventarsi un'identità sotto un pezzo di cielo, che paradossalmente viene dipinto su un fondale da imbianchini in tuta, diventano le chiavi di lettura di Zweiland.

Il legame della Waltz con il suo paese è forte e si evince dalla levità e comprensione con cui 'racconta' la quotidianità di storie di coppia, sottolinea l'aspetto ludico di personaggi che entrano ed escono, ballano, si arrampicano sul muro con una scala, mimano gesti di amore, dolore, sopraffazione e morte. E mentre un violoncellista e una cantante eseguono dal vivo canzoni ispirate al languore esistenziale dello Sehnsucht (stato d’animo divorato dall'inquietudine), i performers si esibiscono anche all'improvviso secondo un canovaccio prestabilito.


Zweiland


Nello spettacolo traspare lo spirito germanico, come traspaiono velati richiami alle soluzioni registiche di Peter Stein e cinematografiche di Wim Wenders, ma la coreografa rielabora queste reminiscenze in un suo "personalissimo immaginario coreografico". Sasha, attraverso il "potenziale narrativo" del corpo, privilegia l'aspetto pantomimico della danza e la trasforma in soggetto politico in grado di stimolare la riflessione non solo su tematiche odierne come quelle affrontate in Zweiland, ma anche su quelle ben più tragiche dell’olocausto, a cui ha dedicato nel 2000 Korper.

Anima romantica, la Waltz è più ironica e spirituale della Bausch e anche se l'exemplum del Tanztheater di Pina è riconoscibile, l'ironia di Sasha è più sottile nell'osservare il mondo con distacco, nella consapevolezza che esso non che una creazione ficthiana dell'io e che l'io può fare e disfare a suo piacere. Zweiland, metaforica riunificazione dell'Est e dell'Ovest, si conclude con la speranza di una Germania finalmente unita che, dilavata dalla pioggia salutifera inviata da un angelo benefico, ha nel gruppo di artisti di Sasha l'ideale prodromo di una nuova identità.

Zweiland
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