Un coreografo, alla stregua di qualsiasi altro artista, può fregiarsi del titolo di autore solo quando raggiunge una cifra stilistica che lo rende inconfondibile e soprattutto riconoscibile. È il conseguimento di questa specifica poetica che occorre valutare al di là degli esiti delle singole creazioni, comprese anche quelle in tono minore.
Oggi Mauro Bigonzetti, dal 1997 alla guida dell'Aterballetto, ha raggiunto uno stile così personale da rientrare nella rosa dei 'coreoautori' che sanno trasmettere la loro creatività ad una compagnia e trasformarla nellemanazione diretta del proprio talento. Al Teatro Romolo Valli di Reggio Emilia, per il Festival Reggio Emilia Danza, la formazione emiliana ha proposto un trittico autografo del suo direttore composto da due prime assolute, Sciarada e Cantata – parte II, e Vespro, ideato nel maggio del 2002 per il New York City Ballet e ora presentato per la prima volta in Italia.
Vespro è un balletto emozionante tutto giocato sul senso di smarrimento dellora "che volge il disio ai navicanti e 'ntenerisce il core" e la musica live di Bruno Moretti, eseguita da Andrea Rebaudengo (piano), Mario Giovanelli (sax soprano) e Tiziana Pizzi (contralto), accentua il carattere nostalgico e malinconico del tramonto. Sei coppie di danzatori, vestiti di scuro con pagliaccetti e tute sgranate (Grazia Ascari e Franco Saccani), danno vita ad una serie di quadri inframmezzati dal vigore di Thibaut Cherradi che a un certo momento, preso dallo "spirto guerrier" che dentro "rugge", si lancia sulla tastiera del pianoforte e, come la campana della Compieta, richiama tutti a una sorta di preghiera collettiva.
Le belle luci di Carlo Cerri ricreano il crepuscolo nei chiaroscuri che riverberano dai corpi scultorei dellATB e il sestetto, in un vibrante stile neoclassico di respiro contemporaneo, inanella una serie di dinamiche legazioni costruite su prese, lanci, lifts, esasperate posizioni in allongées e in contrazione. Colpisce la possente ars (tecnica) di questi danzatori che 'parlano' con il corpo (bellissimo il passo a due di Macha Daudel e Alexis Oliveira) e la coreografia esprime un forte afflato intimista. Ha ragione Anna Kisselgoff, autorevole critico del "New York Time", a definire Vespro "un arguto balletto, che si nota soprattutto per l'uso della musica e per la genialità creativa della coreografia", ma anche il lavoro della braccia è stupefacente per articolazione e disarticolazione e alla fine il disegno coreografico è paragonabile ad una pittura su tela nera attraversata da fasci luminosi.
E proprio le braccia, leitmotive 'bigonzettiano' di questa serata e non solo (come non ricordare lo splendido Arms creato da Bigonzetti per Massimiliano Guerra), sono il filo rosso che collega le tre nuove creazioni e in particolare il secondo balletto Sciarada, un omaggio d'autore alle mille sfaccettature dellanimo femminile. Un'enorme barca al centro del palcoscenico accoglie a poppa la performance di Macha Daudel, in arancione, mentre Sveva Berti, in scuro, balla allesterno davanti alla prua. Nella prima parte le due bravissime danzatrici ripetono all'unisono gli stessi movimenti su musica di Jan Garbarek, poi ognuna, dopo essersi tolta il soprabito (Laura Socci), esegue degli assoli in bikini.
Anche in questo caso sono le braccia a 'parlare' con una gestica d'impronta teatrale, a cui corrisponde una danza fortemente implosiva fatta di movimenti secchi, spigolosi e taglienti, inframmezzati dai profondi respiri. Le luci di Cerri focalizzano l'attenzione sulla barca che si scopre essere piena dacqua, simbolo del liquido amniotico e allo stesso tempo dellinterminabile 'navigare' della spiritualità muliebre. A turno Sveva e Macha naufragano in un allusivo ritorno allo stato ancestrale e nell'epilogo, come in un gioco, immergono nellacqua la testa che, sollevandosi di scatto, spande infinite goccioline e allude ad una ritrovata libertà.
Fra le coreografie del trittico, Cantata-parte II è apparsa la meno riuscita, anche in rapporto a Cantata I (2001), prima tappa di un viaggio alla riscoperta della tradizioni musicali e popolari del Sud d'Italia. Incentrata sull'irresistibile mascolinità dell'uomo latino, a differenza di Cantata I che vibrava di profonda femminilità, la coreografia risulta lunga e ripetitiva, nonostante l'ineccepibile esibizione di Cyril Griset, Valerio Longo, Alesis Oliveira, e le appropriate luci solari di Cerri. L'ATB, in costumi balneari di Lucia Socci, si esibisce accompagnato dal vivo dal gruppo Assurd, che stimola con canzoni, suoni e ritmi partenopei, la possanza degli interpreti. Deborda tutta questa virilità, che diventa autoreferenziale, ma non snatura l'ottima resa della compagnia che incarna in modo esemplare lo stile di Mauro Bigonzetti, unico vero erede della lezione di Cristina Bozzolini, storica direttrice del Balletto di Toscana.
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Festival Reggio Emilia Danza
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Vespro
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Sciarada
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Cantata - parte II
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Foto: Antonio Agostini
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