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Il seme del ravvedimento

di Italo Moscati
  Jack Black
Data di pubblicazione su web 10/04/2004  
Questo film di Richard Linklater, regista amato da coloro che prediligono il cinema indipendente, ci parla del rock e ci riporta indietro nel tempo. Ricorda Il seme della violenza di un altro Richard, Richard Brook, girato nel 1955. Perché proprio a questo film? Forse perché, come dice il titolo della pellicola di Linklater, porta nel mondo della scuola? Anche. Ma il motivo principale consiste nel fatto che tanta acqua è corsa sotto i ponti del rock perché appunto il rock, musica leggendaria, è al centro delle due opere. In modo diverso, diversissimo.

Quella di ieri, diretta da Brook, mostra una New York dall'angolazione di una terribile scuola di sobborgo dove gli studenti ingaggiano duri scontri con i professori e fra loro. Quella di oggi, affidata a Linklater, presenta una scuola elementare molto composta sotto la guida di una preside con gli occhiali, severa e intransigente. Il rock di ieri scandiva le note del mitico, come si dice adesso, Rock around the clock eseguita da Bill Haley e dai Comets, un pezzo storico che non ha perduto né smalto né ritmo. 


 
Jack Black
Jack Black

Il rock di oggi è una continua citazione e soprattutto vive al suono della chitarra di Jimi Hendrix e di altre, numerose chitarre che continuano a sfondare il muro del suono. Nei cinquant'anni che ci dividono da Bill Haley, il rock ha raccontato tutto e il contrario di tutto. In School of Rock di Linklater è diventato addirittura una forma di educazione musicale per scoprire il vero talento dei ragazzi e per rilanciare una musica un tempo proibita o comunque guardata con sospetto in una sorta di grande abbraccio tra ragazzini pieni di ritmo e i genitori e gli insegnanti che ritrovano il ritmo, le gioie del ritmo, insieme a loro. La trama è esile e scontata come in tanti film sul rock. Un musicista scartato dalla sua band perché troppo esibizionista, bisognoso di soldi, prende abusivamente il posto di un amico supplente in una scuola elementare e poiché non sa fare nulla, se non suonare la chitarra, si prende una rivincita sul suo destino, organizzando una sua personale band con gli allievi. Allievi che , scopre, hanno risorse nascoste e che lui stesso trasforma in pochi mesi in provetti rockers. 


Secondo schemi collaudati (ricordate ad esempio il film The Blues Brothers di John Landis con John Belushi?), tutto converge verso un fragoroso, appassionato e appassionante concerto che riassumerà il senso della storia. I ragazzini guidati dal musicista in disgrazia conquisteranno il pubblico del concerto e lo stesso musicista ritroverà la via del successo personale e si guadagnerà la stima della severa preside e dei genitori come docente e come educatore a ritmo appunto di rock. Insomma, School of Rock è un gioco musical pedagogico architettato con intelligenza e sveltezza. Non inventa nulla di nuovo, anzi, si affida molto alle canzoni e alla parodia dei gruppi musicali che si avventano sulle chitarre e sugli altri strumenti per ricavarne suoni peraltro assai poco scandalosi; allinea una serie di volti simpatici di ragazzini di varia estrazione tutti, risucchiati nel generoso melting pot americano, ovvero nel grande crogiuolo di razze e di costumi di quella società; può contare sulla verve di Jack Black, il rockman che da impostore diventa educatore, e dio Joan Cusack, che è una spiritosissima preside. I devoti del rock troveranno nel film di Linklater pane per le loro orecchie, per così dire, mentre gli spettatori che - per età o per diffidenza sono riluttanti a farsi annettere nella grande riserva indiana che è attualmente il rock - potranno divertirsi a constatare che un'esile trama può riservare il piacere di una visita nell'utopia, l'utopia di una musica una volta considerata ispirata dal demonio e ai nostri giorni salita alla gloria del buon insegnamento e di rilancio della scuola, anzi della school, senza semi di violenza e piuttosto con molti semi di bontà e ravvedimento.

 


The School of Rock
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