Sui palcoscenici europei è frequente vedere Sogno di una notte di mezz'estate nella versione coreografata da Neumeier, mentre pochissimi hanno visto dal vivo quella di George Balanchine. E rarissime sono le occasioni di vedere in scena contemporaneamente le tre stelle di levatura internazionale del Balletto della Scala. Successe con Giselle nel 1995, in cui Alessandra Ferri era la protagonista, Massimo Murru era Albrecht e Roberto Bolle danzò il pas de deux dei contadini. Poi ancora con Notre-Dame de Paris nel 1998, in cui la prima era Esmeralda, il secondo Quasimodo e il terzo Febo. Dunque le recite dal 21 maggio al 3 giugno al Teatro degli Arcimboldi offrono sicuri motivi dinteresse.
Avere in repertorio un titolo di Balanchine è un vero banco di prova per una compagnia, anche quando si tratta di un balletto apparentemente narrativo come Sogno di una notte di mezz'estate. I personaggi e la storia sono più che altro tratteggiati, la coreografia esplora soprattutto le forme create con il movimento del corpo, esaltando le linee, il legato tipici della danza classica. Diverse ma ugualmente eccellenti Marta Romagna e Alessandra Ferri alle prese con il ruolo di Titania. Più imperiosa e autorevole la prima, che sale ancor più in alto verso le vette della maturità artistica, più sinuosa e umorale la seconda, che a 40 anni regala al pubblico una sorprendente interpretazione piena di fascino e carattere.
Roberto Bolle ha superbamente interpretato Oberon, con apparizioni rapide e regali, spiazzando ancora una volta la critica e il pubblico degli appassionati di danza. Per anni abbiamo letto di lui sempre le stesse parole: "bellissimo" (Vittoria Ottolenghi), "splendido" (Leonetta Bentivoglio), "elegante" (Sergio Trombetta). Nessuno riesce a rendere giustizia ad un fenomeno, semplicemente perché è difficile inserirlo in una specifica categoria, perché è danza e basta, senza affettazione, senza istrionismi, senza compiacimento. La sorgente è la fusione stessa di musica e coreografia, che si materializzano in forme strabilianti al di là del meccanicismo tecnico. È stupefacente infatti come tecnica e forza contrastino la gravità terrestre in modo non percepibile, grazie al fluire dei gesti, senza incrinature, senza traumi. La sua danza è come una cascata, inesauribile, travolgente, ipnotizzante. Sulla scena la sua fisicità, che fa pensare a Carl Lewis sulla pista del lungo o a John Fultz proteso a canestro, si sublima come se una scultura di Canova prendesse vita in un giardino di Monet. Non facile per Alessandro Grillo alternarsi a Bolle, ma l'atmosfera lo galvanizza e ne esce una delle sue interpretazioni migliori.
Il cavaliere di Titania è stato ballato con identici apprezzabili risultati da Mick Zeni in alternanza con Massimo Murru, quest'ultimo penalizzato da una parte che non concedeva spazi per far emergere le sue caratteristiche. Ugualmente irresistibili Riccardo Massimi e Antonino Sutera, divertenti Puck che alla fine si alzano in alto aggrappati a liane fiorite, mentre negli occhi di tutti gli spettatori rimane l'immagine dei bellissimi costumi di Luisa Spinatelli e nelle orecchie l'eco della splendida musica diretta da Paul Connelly. Il Balletto della Scala porterà lo spettacolo in tournée prima a Baden-Baden, poi a Torino dal 18 al 20 luglio e a S. Pietroburgo all'inizio di ottobre.
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Sogno di una notte di mezza estate - Balanchine
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