Ci sono tanti modi di sprofondare. A Sanremo, sembra, l'hanno trovato subito dopo la prima puntata, salvo colpi di coda e recuperi in extremis e una corsa al salvataggio universale, neanche fossero terremotati (ma il modo di inabissarsi nel kitsch l'avevano scoperto subito, senza deflettere). Su La7, ahimè, hanno trovato quello di far scomparire un tipetto piuttosto arzillo e altre volte simpatico, nonché televisivamente efficace, come Piero Chiambretti. Vediamo come.
Il buon Pierino (ma ormai, a una certa età, anche presentarsi sempre con quel cliché può anche dare un senso di mestizia) l'anno scorso era sulla Rai, con un programmetto niente male se non altro per la disinvoltura, Chiambretti c'è. Sparito. Così ce lo ritroviamo ora in un'oretta tardo-pomeridiana, quasi in esilio, e forse per una sorta di revanche che si può anche capire, ma che allora bisognerebbe che fosse esaltante, per fargliela vedere a quelli là.
Qui invece il programma è a dir poco imbarazzante. Anche per il pauperismo e l'evidente improvvisazione. Siamo in diretta da piazza Cordusio, a Milano. C'è una cabina ('gabina', direbbe Bossi) telefonica, un po' per omaggio al patron de La7 Tronchetti Provera, un po' per fingere che quello sia lo studio. Sul tetto della cabina sta perennemente seduto, con davanti un monitor che trasmette il Tg4, un tale imbacuccato, che sembra chiamarsi Izzo, o Rizzo o vattelappesca, e che è uno dei tanti motivi di ulteriore imbarizzo (pardon: imbarazzo). Ogni tanto, l'esagitato (ahimè inutilmente) Piero si collega con Nino Frassica da casa sua, che si vede solo di spalle e si sente, e che sarebbe meglio che né si vedesse né si sentisse. Torni a fare il maresciallo a Gubbio con i preti, che è meglio.
Uno si chiede: e il programma? Insomma, di che si parla per un'ora? (dalle 18.50 alle 19.45 dal lunedì al venerdì, con replica notturna) Qui sta il mistero. Perché il disperato Chiambretti, quasi emozionato da questo allestimento da sciagurati, ce la mette tutta: strilla, telefona in giro, si fa chiamare da qualche volenteroso da un'altra postazione piazzata in questi giorni a Sanremo. Si collega in diretta con qualcuno, ma la persona sembra apparire sul vetro della cabina, ragion per cui non si vede quasi nulla (ma si può?). E su che ci intrattiene?
Venerdì scorso per esempio si parlava di Ufo, marziani, extraterrestri. Sai che novità. Appare sul vetro Margherita Hack, ormai usata in Tv come, possiamo dirlo?, una macchietta toscana solo perché parla un fiorentino così sbracato che 'un si sente più neanche a 'i mmercato. Che infatti come macchietta si comporta, dicendo un par di bischerate. Poi arriva un caso umano, tale Rinaldo (ci pare), che non lo vorrebbe neanche Costanzo nei momenti di maggiore depressione, e dice che l'ha tirato su un'astronave. La cosa è così patetica che non fa neanche ridere, ammesso che si possa farlo su chi dà i numeri.
E il povero Piero? (ci sia consentita una citazione da Achille Campanile, via). È il più imbarazzato di tutti. Si ha anche l'impressione nettissima che il tempo non gli passi mai, e che se potesse andrebbe a casa al calduccio mollando tutto. Quando proprio non sa a che santo votarsi, chiede all'imbacuccato sul tetto che sta succedendo sul Tg4, e quello nove su dieci non risponde perché non capisce o forse s'è addormentato. A noi viene tristezza, e quindi ci dispiace anche infierire. Intorno, in piazza Cordusio, nella notte si intravede qualche raro passante. Ci si chiede: ma chi gliel'ha fatto fare? Al povero Piero, s'intende, perché i rari passanti danno un'occhiata, e poi se la filano nel freddo della città buia e indifferente, come si diceva nei romanzi dell'Ottocento.
Pietà per i vinti.
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PRONTOCHIAMBRETTI
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Piero Chiambretti
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