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Striscia la mestizia

di Roberto Fedi
  Anna Maria Barbera (Sconsolata)
Data di pubblicazione su web 05/04/2004  
Prima o poi doveva accadere. Se ne avevano da tempo le avvisaglie: per esempio in quella guerricciola dell'audience che li aveva opposti, oh dramma!, nientemeno che a Bonolis (Il Bonolis del dolore). E che li aveva visti non di rado soccombenti, fra lo share che declinava e l'audience che si ammollava, nonostante i lazzi e i frizzi di circostanza.

Ci riferiamo, naturalmente, a Striscia la notizia, su cui conviene meditare per qualche riga. Che è stato (dispiace usare il passato prossimo) un programma a suo modo rivoluzionario, in cui la pomposità dei tiggì si trasformava in ironia, quasi sempre azzeccata, e in irriverenza. Perché questa era la sua cifra stilistica più connaturata, la chiave del successo, la valvola liberatoria che ripagava ogni sera con milioni di affezionati. Il resto (le inchieste sulle taroccature e le truffe, il Gabibbo, e compagnia bella) rappresentava lo strumento obbligatorio per darsi un senso di 'presa' sulla realtà. Ma la sostanza era quell'altra: il gioco, la risata. Insomma: lasciateci divertire.

Si sa come vanno queste cose, alla lunga: i protagonisti invecchiano, e gli eroi si stancano. Così il duo Greggio-Iacchetti, fenomenale un tempo, si era sempre più trasformato in una coppia anzianotta di guitti, con qualche bel colpaccio ogni tanto, ma sempre di più con una gestione al minimo: come quei tenori che sparano gli ultimi do di petto in giro nei teatri di confine, ma non ce la fanno più a reggere una 'prima'. E così i due si erano svenduti in fiction invedibili, in comparsate da vergognarsi, e in attività da solisti da far pena.

Dunque Antonio Ricci deve averli tenuti in gioco finché era possibile; e poi si è ovviamente deciso al turn over, in attesa magari di ossigenarli e re-ingaggiarli in autunno. Onestamente, ci saremmo aspettati Luca e Paolo (per intenderci: quelli di Camera caffè, l'unico duo di bravi e intelligenti di cui disponga ora Mediaset). È arrivata invece la coppia Benvenuti-Laurenti. Un disastro. I due sembra che non si potessero vedere: ma, soprattutto, erano inguardabili. Ricci l'aveva capito, e aveva allargato la coppia. È così entrata in scena la delicata comica che risponde al nome d'arte di Sconsolata.

Benvenuti, molto invecchiato (e non solo per il colore dei capelli), sembrava che non capisse neanche perché era lì: e infatti alla fine della settimana se n'è andato, per essere sostituito da Sasà, di solito corrispondente dalla Sicilia. Laurenti ha dimostrato quello che i comici dell'avanspettacolo sapevano a menadito: e che cioè, per fare gli stralunati, bisogna essere in coppia con uno che non lo è (per esempio Bonolis), così che dal contrasto nasca la comicità. Se l'altro è stranito più di te, è finita.

Ma il peggio sta nel terzo vertice del triangolo: la sopracitata e raffinata Sconsolata. Ora, questa signora è per noi un mistero. Come abbia fatto ad avere successo rientra, a parer nostro, fra i grandi enigmi della storia, almeno quella della televisione. Dice battute agghiaccianti e volgari in un semi-napoletano offensivo (per i napoletani); è sempre uguale e prevedibile senza essere un 'tipo' comico, anzi essendone la versione degradata; non ha nessun tempo comico; non è capace non si dice di recitare, ma neanche di dialogare con nessuno se non con se stessa. Nella prima puntata ha cercato (non si sa perché né per cosa) di intervistare l'onorevole Fini, che la guardava come si guarderebbe un'aliena. Alla fine della imbarazzante (per lei) pseudo intervista, di nuovo in studio, ha detto molto elegantemente che a lei non piace essere presa "pe' o' culo" (pardon: testuale).

Beh: nemmeno a noi.

 

Striscia la notizia

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