drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

Welcome home

di Roberto Fedi
  Un'immagine tratta da "Videodrome" di David Cronemberg, 1984
Data di pubblicazione su web 21/06/2004  
Uno torna a casa dopo un paio di mesi di assenza transatlantica, e accende meccanicamente la televisione così tanto per farsi un po' del male. E vede Emilio Fede con un cartello al collo. Da restarci secchi, ammetterete. E che roba è? uno scherzo, un'imitazione? una televendita? Mistero. Poi risistema il cellulare sulle onde italiane, aspettandosi magari che sia tutto un cinguettare di messaggini di amici e amiche in trepidante attesa del bramato rientro, e invece arriva, unico e solo, un misterioso esse-emme-esse di un lì per lì non meglio identificato mittente 'Pres.Cons.Min.': che voi pensate sia un qualche avviso di una multa non pagata o dell'ICI in scadenza o chissacché, e invece è un memento per andare a votare. Straniti, siete ancora lì che vi chiedete a chi si debba tanta gentilezza non richiesta, e dopo un po' ecco un altro messaggino che insulta il suddetto titolare della Pres. Cons. Min.

Fate appena in tempo a chiedervi chi abbia dato il vostro numero a questi qua, e cominciate già a guardare il vostro cellulare con un certo sospetto, quand'ecco che girandovi verso la televisione rimasta accesa vedete il solito Fede, questa volta senza cartello, che commenta in diretta i funerali di Reagan, neanche fosse lui l'anchorman della CNN e il catafalco quello di Ray Charles. Porca miseria. Siccome per il jetlag dormite male, su La7 vi dovete (venerdì 11 giugno, ci sembra) sciroppare anche un programmino in cui un tale vi spiega come e qualmente lui, dopo ben 20 anni, vede, parla, sente, insomma comunica regolarmente con una sua fidanzata defunta - appunto, da un ventennio. Ammirazione in studio. Vi sta venendo il sospetto che qui dev'essere successo qualcosa, e che ve lo siete perso. Un giro rapido, e su Raitre ecco quel tale di cui per fortuna vi sfugge il nome e che raddrizza i torti degli italiani fregati dai soliti furbastri (Mi manda Raitre? boh, e chi si ricorda?), che togliendo regolarmente la parola agli invitati in studio e a quelli in collegamento se la prende con le diete ingannevoli, e con i medici o supposti tali che mettono le mani addosso alle pazienti. Cosa che non s'ha da fare, si capisce, ma che non vi sembra proprio un argomento da prima serata Tv - se non per un'idea di servizio pubblico un pochino riduttiva, via. Qui pensate che basterebbe la magistratura, e una pedata nelle parti basse al medico-o-supposto-tale-con-la-manomorta (che come aggiunta di pena non ci sta mai male): ma girando a caso (il vostro televisore dopo due mesi è un oggetto misterioso) vedete Marco Taradash che presenta Zona rossa (su Rete 4? mah). Beh, finalmente un po' d'attualità. Ma rimanete di sale quando il Taradash si scusa perché non può fare la trasmissione in quanto siamo alla vigilia delle elezioni, ragion per cui manda in onda un'antologia di cose vecchie e registrate. Questa poi non ve l'aspettavate. Non comprate il giornale, per il timore che ci siano solo articoli riciclati o magari in anastatica, e vi informate al Tiggì. Beh, vediamo un po' che aria tira, finalmente - vi dite. Ma qui sembra che la notizia più eclatante, uno scoop da Pulitzer altro che storie, sia il caldo. Cavolo. E chi l'avrebbe detto? Stupefatti vedete sfilare interviste illuminanti in cui uomini, donne, bambini e nonni, nostrani e non, rilasciano dichiarazioni da meditare del tipo "accidenti che caldo", "è l'umido che fa male", "al mare si sta meglio che a casa", "il sole brucia", "vo a comprare un ventilatore", "si stava meglio quando faceva meno caldo", "sono sudato", e altre scoperte sensazionali che vi lasciano senza fiato (o forse è il caldo). Prendete così una decisione storica, da tramandare ai vostri figli: andate a comprare un ventilatore. E poi qualche sconsiderato dice che la televisione non serve. Sciocchini: è come dire che quello specchio illuminante (del vostro paese) è solo un inutile accessorio da poveretti o perdigiorno.

 



Videodrome
Un'altra immagine tratta da
Videodrome,
di David Cronemberg, 1984

 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013