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Biscardi forever

di Roberto Fedi
  "L'allenatore nel pallone" regia di Sergio Martino, 1984
Data di pubblicazione su web 26/06/2004  
Lo sappiamo benissimo che quanto stiamo per dire stupirà i nostri affezionati lettori, e in genere tutti coloro che credono che la televisione sia una cosa seria. Beh: affrontiamo il rischio.

E allora diciamolo subito. Secondo il nostro immodesto parere, Aldo Biscardi è attualmente il maggior uomo di televisione di questo paese. Vi siete ripresi? Bene. Andiamo avanti.

Qualcuno si chiederà e forse ci chiederà il perché. Cerchiamo dunque di spiegarci meglio, se ci riesce. Ripetendo un'affermazione che - forse - anch'essa potrà sorprendere le anime candide. E che è la seguente: la televisione, sic rebus stantibus, non è una cosa seria; anzi, non è neanche una cosa. E' piuttosto una volubile rappresentazione, una commedia dell'arte, un palcoscenico delirante, un 'luogo-non luogo' dove tutto succede solo perché succede, dove le parole perdono gran parte della loro essenza connotativa, dove vale solo il significante e non il significato. Dove, in sostanza e in soldoni, si mette in scena una realtà virtuale che quasi mai corrisponde alla realtà effettuale, se non nel suo lato più onirico e qualche volta demenziale. Per fare un esempio: qualcuno avrà visto, l'altra domenica sera nel dopo-elezioni, le trasmissioni (Porta a porta su tutte) dedicate agli esiti del voto. Ebbene: c'è qualcuno in questo paese che osi affermare che quella è la Televisione (con la maiuscola)? Quella-che-informa? E che Biscardi sia il trash? Via, non scherziamo.

E vogliamo rimanere all'interno del cosiddetto 'mondo del calcio'? E va bene. Allora guardatevi, se ne avete il coraggio, le lunghe, noiose, conformiste e perbeniste trasmissioni che la Rai ha allestito per gli Europei, condotte dal pelato Mazzocchi e con commentatori in studio e in collegamento che farebbero addormentare un insonne. E in cui il maggior brivido si ha quando il Mazzocchi, reduce dall'Isola dei famosi (era meglio se ci restava), dice per introdurre i filmati "ecco le highlights" - chissà chi glielo ha suggerito. E dove si snocciolano i commenti di Boniek, Mazzola, e i collegamenti dal Portogallo con un Galeazzi ormai caricaturale che da solo invade tutti i pollici dello schermo. Per non parlare delle partite, esposte senza nerbo (compitini da esamino di maturità), e dove il 'commento tecnico' è affidato a gente di un conformismo assoluto, capace solo di spiegare in cento parole ciò che tutti hanno visto benissimo un minuto prima (un tiro sbagliato, un colpo di testa…: e questo sarebbe il commento? Queste sono le note a piè di pagina - unica eccezione: un buon Sebino Nela, già erculeo terzino della Roma e ora insospettabile parlatore).

Biscardi non pretende di essere il vangelo delle trasmissioni sportive. Non pretende neanche di essere stato educato a Cambridge, né lo pretendono i suoi ospiti. Ha capito da tempo che il calcio è barbarie: e ne dà una rappresentazione tribale, non vergognandosi quasi di nulla, e in ciò rappresentando l'animus di quelli che guardano le partite in televisione e saltano sulla poltrona, o urlano, o almeno vorrebbero farlo. Per interposta persona, è il nostro ego un po' becero, ma non conformista; ci libera della bestia, ci fa sorridere di quello che, appena un'ora prima, ci ha fatto imbestialire o soffrire. Allestisce un teatrino che, almeno, afferma chiaramente di essere quello che è: un gioco urlato, senza perbenismi, con attori bravissimi nel recitare parti tutte diverse: il serio e compito (Xavier Jacobelli), il fegatoso romano (Franco Melli), il nordista tagliente (Elio Corno), e varie 'spalle' di passaggio che volentieri si adeguano al gioco. E' un teatrino giornaliero e tempestivo, è maschilista come il calcio (la ragazza di contorno è meno di una comparsa), e nonostante tutti gli urli non è volgare. Lì nessuno avrebbe mai detto a un collega "controfigura di Fiorello", avendone come risposta "controfigura di cadavere" (Porta a porta sopra citata, scambio di epiteti fra i gentiluomini Fassino e La Russa).

Perché Biscardi, lo diciamo in tutta serenità, al contrario della televisione è una persona seria.



Il processo di Biscardi

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Biscardi




 
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