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Buon digiuno

di Roberto Fedi
  Alberto Sordi nella celebre scena "Macaroni... m'hai provocato? e io te distruggo" in "Un americano a Roma" regia di Steno, 1954
Data di pubblicazione su web 28/07/2004  
Si ha un bel dire che gli italiani ingrassano, e che l'obesità è una malattia sociale; si ha un bel suggerire – nelle stupide trasmissioncine del pomeriggio e del mattino della stupidissima Tv – che qualche chilo in più d'estate è deleterio, che il vostro culetto con quei rotoloni di ciccia non attirerebbe neanche un maniaco, che quella panza da barilotto che schizza fuori dal costumino patetico dell'anno scorso fa schifo, che quella cellulite sulla spiaggia fa senso, eccetera.

Per forza l'animale televisivo ingrassa. E per questo – la nostra è una rubrica di servizio, in fin dei conti – ci rimettiamo al computer alla fine di luglio, nonostante che vi avessimo già salutato pochi giorni fa. È un'emergenza. Siatecene grati, almeno.

Ci avrete fatto caso. Basta accendere quella scatola idiota che si chiama televisore che, a tutte le ore tutti i giorni, si vedono solo cuochi: che preparano manicaretti, dolci, minestre, pastasciutte, carne in tutti i versi, bistecche, maiali arrosto, spaghetti, amatriciane, vongole, frutti di mare, cotolette, ribollite, antipasti, crostini, formaggi e formaggini, cacciucchi, risotti, linguine, tranci di tonno, di ‘spada' (vulgo: pesce spada), anguille, trote, polipi, pescicani (beh, questi forse no), sughi, sughetti, sughini, soffritti, salse e salsine… e poi vini e vinelli, rossi bianchi e rosati, con un bouquet o senza, bariccati e non, fruttati e abboccati e secchi, mossi e fermi, da dessert o da antipasto, da pesce o da carne, da sera o da giorno… e poi oli vergini extravergini e verginissimi che più vergini non si può, dal colore dell'oliva e dal sapore aspro, asprigno, abboccato, dolce, forte, medio, leggero… E poi torte e tortine, pasticcini e bigné, tiramisù e tiramigiù, ben mantecati e non, e insomma tutto lo sbizzarrimento anche terminologico dello stupidario enogastronomico italiesco del vero parvenu semianalfabeta.

Ora, un teleutente attento e scrupoloso, che dovrebbe fare? Limitarsi a leccarsi i baffi? ad avere l'acquolina in bocca? e poi mangiucchiare un'insalatina senza sale (fa male alla pressione), senza olio (contiene grassi), senza aceto (troppe calorie), e un crackerino non salato in superficie sennò poi al mare i bambini urlano che c'è la balena? Via, non scherziamo.

Il bravo abbonato alla Rai e utente Mediaset prende nota. Trascrive le ricette che in un italiano incerto ma presuntuoso il cuoco o cuocherello di turno, con tanto di cappellone bianco formato televisivo, scandisce facendosi gratis pubblicità e parlando magari di "passiòn frùit" (e così pronunciando, ignaro del comico), soffriggendo intingoli micidiali in cucine immacolate (ma chi le ha mai viste così?) riprese dall'alto e senza fumo.

E poi chiede alla moglie di rifarle, quelle ricette. Caspita: c'era anche la Ruta, che sorrideva al miracolo (il suo)! e noi nulla? La moglie si mette ai fornelli, meno immacolati. Esce un fumo da incendio in una conceria. L'amatriciana viene una mezza schifezza, scotta e con i pomodorini cattivi e sfatti. Mille calorie. Il dolce si attacca alla padella. Il vino sa d'aceto. La cucina è imbrattata. La Ruta non c'è – e questa è l'unica fortuna.

Forse si litiga anche, o forse no. Mezzi disfatti, ma ahimè satolli, i due poveracci hanno deciso che, purtroppo, anche per quest'anno al mare nascondere la trippa sarà un bel casino. Speriamo meglio l'anno prossimo.

Ve l'abbiamo già detto. È un consiglio da vero amico. Non guardate la televisione: fa male anche alla digestione e alla pancia, e vi costringe ogni anno a comperare un costume di due taglie in più. Andate al cinema. Leggete un libro, uno qualsiasi. Fa bene alla linea, se non altro a quella dell'intelligenza.




Locandina
La locandina del film La grande abbuffata (Marco Ferreri, 1973)





 
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