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Atene, Olimpiadi amene (diario olimpico: 2)

di Roberto Fedi
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Data di pubblicazione su web 18/08/2004  
D'accordo: siamo incontentabili. Quindi, se qualche lettore invece si contenta, salti questo articolo e, possibilmente, goda – secondo il vecchio e deprimente adagio. Noi da parte nostra non vediamo perché dovremmo accontentarci, visto che la Rai ha investito nelle Olimpiadi un bel gruzzolo dei nostri euro. E quindi.

Per esempio, prendiamo un po' del pomeriggio di mercoledì 18 agosto. Ci sono parecchie gare, come sempre, e in contemporanea. Ma ce n'è una eccezionale: la finale del fioretto femminile. Sono davanti Giovanna Trillini e Valentina Vezzali, due azzurre, bravissime e titolatissime. Quindi una finale tutta italiana. C'è di più: le due fiorettiste sono tutt'e due di Jesi, sono amiche, sono addirittura alloggiate nella stessa camera del villaggio olimpico. La cosa, ammetterete, è incredibile, come direbbero in televisione. La Vezzali ha 30 anni, la Trillini 34: forse questa è la sua ultima gara olimpica, il suo passo d'addio. Visto la carriera strepitosa che ha avuto, l'incontro con la più giovane amica e rivale, anche lei enormemente brava (è la campionessa olimpica in carica, come suol dirsi) è di quelli che capita di vedere, e di commentare, una volta sola nella vita di uno spettatore e di un cronista. Ci sono tutti gli ingredienti per farne un capolavoro di emozione: la rivalità e l'amicizia, la differenza d'età, il dramma della vittoria o della sconfitta, e se volete anche il senso della città, di un'Italia di provincia che però è in grado di dare queste persone, queste ragazze, questa serietà, questa dedizione. Ci sarebbe materia per un bel film, se fossimo in America.

Invece purtroppo siamo in Italia, e purtroppo-bis alla Rai. E di conseguenza accadono le seguenti cose, secondo noi vergognose, e sicuramente da televisione di dilettanti allo sbaraglio, se non addirittura peggio.

La finale, quella insomma che decide, non viene affatto preparata diciamo così 'narrativamente' dai due commentatori, che si limitano a ripetere non si sa quante volte che questa è la dimostrazione dell'eccellenza italiana nel fioretto (sai che scoperta), che ci hanno scippato la gara a squadre e altre banalità. State pensando che il cronista ha chiesto all'esperto cosa si prova in casi di questo genere? Avete indovinato: gliel'ha chiesto – beh, era facile. Addirittura, la regia (il famigerato Tg Olimpico) che smista i collegamenti inserisce un po' di frittura mista prima della gara decisiva, e si collega con una scelta da sbalordire quando le due sono già in pedana. Non vediamo quindi niente dei preliminari: e dico poco. Per avere un'idea della differenza di trattamento, si pensi a quanti collegamenti, interviste, commenti, scempiaggini varie si mettono in campo quando gioca la Nazionale di calcio: sia la NGM (Nazionale dei Grandi Miliardari), sia la NPM (Nazionale dei Piccoli Miliardari), entrambe antipaticissime e fallimentari – ci fa piacere – e che non meriterebbero nulla di tutto ciò. Ne riparleremo più avanti.

Ma insomma finalmente comincia la gara: tre frazioni di tre minuti l'una. Si deve arrivare a 15 stoccate. Mezza Italia la sta guardando, e centinaia di milioni di spettatori nel mondo. Le due amiche-avversarie si stanno studiando. Si vede che sono quasi bloccate dall'emozione, che nonostante l'esperienza e la classe strepitosa quasi non respirano. Sono 9 minuti, dicevamo, irripetibili nella vita di uno spettatore anche profano e di un commentatore.  

E i due cronisti Rai che fanno? Per quanto possa sembrare incredibile (direbbero in televisione, ma questa volta giustamente), parlano d'altro. Divagano. Leggono sullo schermo del loro computer, per minuti interi, precedenti finali olimpiche, in una sfilza di nomi di cui nemmeno uno rimane nella memoria. Non ci dicono niente, ripetiamo: niente, di quello che sta avvenendo sotto i loro e i nostri occhi.

Interviene la regia Rai, e uno pensa: per invitarli a commentare l'evento. Macché: per dare la linea a una finale di nuoto, nella quale l'italiano si classifica settimo, quindi niente da paragonabile a quello che sta accadendo in pedana del fioretto. Che si vede in un rettangolino in alto, senza sonoro, mentre la Rai sceglie di seguire l'inutile finale natatoria.

Finisce il nuoto, e rieccoci alla pedana. Siamo intanto arrivati al terzo tempo, gli ultimi tre minuti: mozzafiato. I due divagano, ogni tanto chiacchierano fra di loro, qualche volta si ricordano che devono descrivere quello che vedono. Vince la Vezzali, e quel che segue è eccezionale: le due rivali che si abbracciano, la vincitrice che corre verso il pubblico in delirio. Si pensa che a quel punto, almeno, la regia dedichi a questo straordinario evento televisivo, unico al mondo, qualche minuto.

Interviene di prepotenza tale Civoli. E chi è costui? Ma naturalmente il commentatore della partita di calcio Italia-Paraguay. E che c'entra? Ma si sa che per Rai Sport il calcio è tutto. Lo stadio di calcio entra quindi sullo schermo, oscurando e relegando nel nulla l'eccezionale momento televisivo della scherma. Ma: o se la partita neanche è cominciata? Risposta, da lasciare di stucco: stanno per essere eseguiti gli inni. Segue una diretta oscena dell'inno di Mameli, sguaiatamente e ignobilmente sbecerato e cantato a rutti o quasi da un gruppo di avvinazzati (si presume) a cui generosamente i due commentatori della partita della NPM (vedi sopra), incredibilmente, regalano i microfoni aperti. Quando si ritorna sulla pedana del fioretto è praticamente tutto finito.

Da vergognarsi. Anzi: da sfondare il televisore con una pedata, se dentro ci fossero quelli di Rai Sport. Domanda: ammesso che ancora esista un CdA della Rai, e un Direttore (il Presidente non c'è più), ma possibile che questi ben pagati signori, sempre così attenti agli equilibri politici e quindi alle loro poltroncine foderate di pacchi di euro, non abbiano niente da dire, mai, sulla gestione da parte della televisione pubblica di pubblici eventi come questi? Possibile che in questa ridicola repubblica delle bandane i politicanti e ciò che li riguarda siano le uniche cose degne di attenzione?


 



Valentina Vezzali
Valentina Vezzali

 


 
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