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Liberateci dal nonno

di Roberto Fedi
  Particolare della locandina di "La dottoressa ci sta col colonnello" (Michele Massimo Tarantini, 1980)
Data di pubblicazione su web 27/11/2004  
C'è niente di meno realistico degli sceneggiati? Di più improbabile? No, non c'è. Così anche a noi, con l'aggravante del conformismo che ci ammorba, tocca pagare questo pedaggio all'improbabilità.

Prendete per esempio la quarta, estenuata serie di Un medico in famiglia (Rai Uno, domenica prima serata e giovedì). Ne abbiamo già parlato, per le serie precedenti (Levateci il medico di torno, Grazie mamma). Qui, nella più irreale delle famiglie allargate, si assiste a quanto segue.

Il figlio medico (Claudio Scarpati nella prima serie, che non ce la faceva più a recitare in quella melassa), evidentemente non potendone più di quei figli insopportabili, di quei nipoti bamboleggianti, di quel babbo che non fa altro che piangere, e di una consuocera del babbo da spararle addosso - nonché di una cameriera napoletana da parodia -, ha tagliato la corda: con la scusa di un incarico importante di tipo umanitario (ci mancherebbe) se l'è filata in Australia con nuova moglie, e buonanotte al secchio. Da allora non s'è più rivisto neanche in effigie.

Bel ganzetto, direte. La cosa potrebbe essere utilizzata con una certa ironia, naturalmente. Ma siamo in una sit-com della Rai, che diamine: quindi il bellimbusto viene sempre evocato come se avesse le stimmate, l'Eroe che si è sacrificato per i bambini aborigeni. E i suoi? Pazienza.

Una parte delle scenette si svolge alla Asl, perché il nuovo medico ospite della famigliona (la quale vive in una villa fuori Roma, eppure campa con la sola pensione del nonno, ex ferroviere: ma come fanno?) lì lavora, e l'insopportabile fanciulla figlia del transfuga e sua convivente studia medicina e si occupa di volontariato (e ti pareva). Ci si chiede dove gli autori abbiano mai visto una Asl così, ma lasciamo perdere. Ci fosse un attore-medico che sa anche solo lontanamente fingere di essere tale: imbranati, capaci solo di mangiare o di flirtare con le segretarie e le studentesse, inabili anche a fingere di sentire il polso. Anche lì, gli autori avrebbero potuto sfruttare l'imperizia degli attori a fini di ironia. Figuriamoci. Tutti seri come in un obitorio.

Gli episodi vanno avanti così. Lino Banfi, caricatura ormai di se stesso come nonno, piange una scena sì e una no: forse perché si rende conto di cosa sta recitando. Qualche volta l'imbarazzo gli si legge in faccia: come quando l'altra sera, dopo essersi sposato con la consuocera per non perdere la pensione in caso di sua morte sotto i ferri (deve operarsi al cuore) e fregare lo Stato (questo i benpensanti autori non l'hanno minimamente considerato), si sente dire da un attore sbalorditivamente insulso che fa il medico (e ridài!) che c'è stato un errore e lui sta benissimo. E tutto questo mentre sta per entrare in ospedale, anzi c'è già entrato. S'è messo a piangere, tanto per cambiare, secondo noi per la vergogna.

Il tutto mentre la nipote-velina, per la quale l'aggettivo insopportabile sembra essere stato coniato apposta, bamboleggiando su fondi da reperire per un ospedale in Africa o giù di lì per i poveri (e ri-ridài!), finiva a letto con il generoso capo del volontariato, medico anche lui, e tanti saluti al medico numero uno fidanzato e convivente: che ora, finalmente, se recita (?) a bocca sempre aperta una ragione almeno ce l'ha.

Tirando le somme: un irresponsabile furbastro che si fa i cavoli suoi e vorrebbe darci ad intendere che lo fa per il Bene comune; un tale che frega lo Stato e misteriosamente mantiene con una pensione da ferroviere un esercito in bella villa romana, con cameriera (come farà?); una nipote così carina ma così carina buona e velina che - anche lei - si fa i fatti suoi con la scusa del volontariato in Africa; collaboratori scemi ma intriganti; medici incapaci ma compresi di sé; un'Asl che sembra un bar…

Ci siamo sbagliati. Questa non è una sit-com improbabile. È anzi vera fino all'iper-realismo. È l'Italia di oggi.

 


Un medico in famiglia (quarta serie)

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