drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

Il male della vecchiaia

di Gabriella Gori
  Kontakthof
Data di pubblicazione su web 09/12/2003  
La vecchiaia, diceva Cicerone, "aetatis est peractio tamquam fabulae" (è l'ultimo atto della vita, tale e quale a una rappresentazione teatrale) e il segreto è saper scacciare la noia come accade in Kontakthof mit Damen und Herren ab ’65 di Pina Bausch, dove la terza età dimostra di conoscere assai bene l'arte di invecchiare con ironia, nostalgia, sarcasmo e umanità. Spettacolo culto del Tanztheater neoespressionista tedesco, di cui Pina Bausch è il corifeo indiscusso, Kontakthof, il "luogo dei contatti", è approdato in esclusiva italiana al Teatro Comunale di Ferrara nella nuova versione, curata dalla stessa Bausch, dell'omonima pièce datata 1978 e all'epoca interpretata dai "danzattori" del primo Wuppertaler Tanztheater, roccaforte del Teatrodanza.

Alla fine degli anni Settanta il capolavoro bauschiano si presentò come una quadro della società teutonica del dopoguerra e del boom economico, con tutti i vizi e le virtù di un mondo borghese desideroso di guardare avanti ma ancora preda di manie e tic del passato regime nazista, di comportamenti ipocriti e di una prossemica refrattaria al vero amore. La colonna sonora vibrava di musiche tratte da film di Charlie Chaplin e Nino Rota, di canzoni tedesche degli anni Trenta e Quaranta, di melodiosi valzer di Jean Sibelius. Gli uomini erano in pantaloni, giacca e cravatta, le donne in sottovesti fruscianti o in lunghi abiti da sera con vertiginosi tacchi a spillo, e teatro dell'azione era un'asettica sala delimitata, come le balere di periferia, da sedie e porte lungo le pareti, con un teatrino sopraelevato per proiezioni filmiche, un pianoforte verticale e un cavallo a dondolo rubato al lunapark.

Tre ore di spettacolo infarcito di lunghissimi girotondi, di camminate in diagonale, di tenzoni eterosessuali, fisiche e vocali, di "teatro totale", di "teatro nel teatro", che, replicato duecento volte in tutto il mondo, giunse in Italia al Teatro Malibran di Venezia per il Festival "Danza Europa 1981" e tornò nell'83 al Teatro alla Scala di Milano, lasciando interdetto tanto il pubblico veneziano quanto quello meneghino. Oggi, a distanza di venticinque anni dal debutto, Kontakthof mit Damen und Herren ab '65, che la Bausch ha pensato di riproporre nel 2000 per festeggiare i cinque lustri della residenza della sua compagnia a Wuppertal, è l'avverarsi di un sogno della stessa coreografa, che sfidò gli interpreti originari a riallestire la "tragicomica coreografia" una volta raggiunto il bel traguardo dei sessant'anni.


Kontakthof

 
E se ora i protagonisti non sono gli storici adepti della carismatica artista, ma ventisette volitivi e intraprendenti anziani, reclutati con un'audizione riservata a dilettanti over 65, il risultato conferma la genialità di un proposito che conserva ancora il ruggito di un leone. In Kontakthof si riconoscono tutti gli stilemi dell'universo bauschiano, compreso quello dell'eccessiva lunghezza (tipico vezzo di Pina che senza tema inchioda il pubblico alla sedia in estenuanti tour de force) e le quattordici signore e i tredici signori dai 58 ai 75 anni, sono stati portentosi nel mettere in scena le 'fatiche' e i desideri dell'età avanzata.

Calco dell'originale, con le scene e i costumi di Rolf Borzik, il rifacimento ripropone il "canone dell'autenticità" in cui il teatro è mimesis della vita, riflesso di una varia umanità che nella sala da ballo esegue consolidati rituali di corteggiamento, inventa scherzi pesanti (un topo morto è ripetutamente sventolato davanti ad un'isterica signora bionda che fugge disperata, le classiche 'tastate' imperversano da ogni parte), si diverte a sparlare, stabilisce le coppie per languidi lenti, incespicanti valzer, sfrenati boogie-woogie, si assoggetta all'estenuante rito della visone collettiva di film culto come nella 'fantozziana' proiezione della Corazzata Potemkin di Ejzenstejn (in Kontakthof un cortometraggio sulla vita degli anatroccoli).

I seniores raccontano storie di vita vissuta in italiano, in tedesco, inglese (davvero sorprendente la buona dizione italiana), all'insegna del "metateatro" apostrofano il pubblico in tono amichevole, lo coinvolgono in riflessioni sul senso dell'esistenza, gli chiedono alcuni euro per far funzione il cavallo a dondolo, cavalcato a turno dalle giunoniche donne alla ricerca di un vigore giovanile ormai spento. Arrivati alla fine dei quel "Cabaret" che è la vita, "damen und herren" non demordono e nel linguaggio 'figurato' di Pina irridono all'assillante paura del tempo che passa, rilanciano la sfida di corpi sfatti, spigolosi, di volti segnati dalle rughe, di capelli bianchi, mostrandoli come un trofeo ad una società, la nostra, basata più sull'apparire che l'essere, promotrice di lifting e 'ritocchi', eppure non in grado di sfuggire in nessun modo al "vero e manifesto male", la vecchiaia.

Magistrale Stucke (pezzo) di Teatrodanza - termine con il quale Pina ama definire tutti i suoi lavori - Kontakthof è sorretto da una solida struttura drammaturgica a cui l'autrice del celeberrimo e altrettanto innovativo Café Muller imprime la sphraghìs (sigillo) di una filosofia esistenziale e artistica che fa ancora scuola e ridesta nel pubblico (al Comunale di Ferrara numerosissimo e plaudente) una nuova e necessaria consapevolezza.

Kontakthof
cast cast & credits
 


 
 
 
 
 
 


Kontakthof
 
 
 
 
 

Kontakthof








 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013