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Ieri, 29 settembre...

di Roberto Fedi 
  Lucio Battisti e Mina
Data di pubblicazione su web 30/09/2002  
Visto che nessuno lo ha fatto (abbiamo, noi italiani, la memoria cortissima), sia consentito un ricordo. Parecchi anni fa - per l'esattezza era il 1967 e tutto, almeno per la storiografia ufficiale, doveva ancora succedere - nell'aria si cominciò a sentire una canzone che parlava (meglio: lasciava intuire, perché era in prima persona e i tempi narrativi erano inconsueti) di un tale "seduto in quel caffè", che non pensava alla sua donna. Il testo era preceduto da una voce fuori scena: uno speaker, che leggeva il giornale radio della mattina, e cominciava e finiva per l'appunto con le parole Ieri, 29 settembre…. La voce in scena, la voce cantante, si sovrapponeva allo speaker e spiegava (meglio: lasciava intuire) che quel giorno, il 29 settembre appunto, era accaduto qualcosa: seduto in quel caffè / io non pensavo a te.

Una donna, un'apparizione, un visiting angel, un amore casuale consumato nel buio, una fuga dalla realtà, quasi come se non ci fosse che lei. Il secondo tempo della canzone, davvero un testo e musica che meriterebbero qualche studio non affrettato, ancora si riapriva con la voce dello stesso speaker: Oggi, 30 settembre…. E il protagonista, in un crescendo quasi doloroso e reso ancora più straziato dalla voce rauca e logorata all'estremo, ritornava alla realtà: Mi son svegliato e / e sto pensando a te…. Una telefonata disperata alla sua donna, un urlo per lei che non capisce, e il senso della vita, il senso dello svanire delle cose, il senso del recupero delle cose che si credevano perdute e forse si volevano perdere si traducevano in quello sbalzo scandito dalle parole del giornale radio, lontano e astratto. Un tempo esterno e un tempo interiore che si accomunavano, la Storia e la storia che si fondevano, la realtà che si frantumava e si ricomponeva, in poche ore lacerate, in quel caffè.

Era il 1967. Quella canzone (29 settembre: più che una canzone, veramente) la cantava l'Equipe 84, un buon complesso (allora si diceva così). Ma tutti sapevamo che l'aveva scritta Lucio Battisti, con le parole di Mogol. Che infatti dopo l'ha cantata, con la voce tirata fino all'afonia e alla disperazione. A noi sembrò che, dentro, ci fosse molto di noi, o almeno di quella che avrebbe potuto essere la nostra vita. Di lì a poco molte cose, e la Storia, in apparenza cambiarono. In realtà, tutto era già accaduto.

Anche per questo, il 9 settembre 1998, quando Lucio Battisti è scomparso a 55 anni, ci è dispiaciuto moltissimo.

 
29 settembre
di
Battisti - Mogol

Seduto in quel caffè
io non pensavo a te....
Guardavo il mondo che
girava intorno a me...
Poi d'improvviso lei
sorrise
e ancora prima di
capire mi trovai sottobraccio a lei
stretto come se non ci fosse che lei.
Vedevo solo lei
e non pensavo a te...
E tutta la città
correva incontro a noi.
Il buio ci trovò
vicini
un ristorante e poi
di corsa a ballar sottobraccio a lei
stretto verso casa abbracciato a lei
quasi come se non ci fosse che,
quasi come se non ci fosse che lei.
Mi son svegliato e
e sto pensando a te...
Na.. na.. na.
Quasi come se non ci fosse che lei
come se non ci fosse che lei..
Mi son svegliato e
e sto pensando a te.
Ricordo solo che,
che ieri non eri con me...
Il sole ha cancellato tutto
di colpo volo giù
dal letto e corro lì al telefono parlo,
rido e tu..
tu non sai perchè
t'amo, t'amo e tu,
tu non sai perchè
parlo, rido e tu,
tu non sai perchè
t'amo t'amo e tu,
tu non sai perchè
parlo, rido e tu,
tu non sai perchè
t'amo, t'amo tu,
tu non sai perchè.

 
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