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Nuovo corso RAI?

Caro Roberto,
non entro nel merito della questione venierea che tu tocchi nell'ultimo cor(ro)sivo televisivo. Non sono però d'accordo su una tua considerazione di passaggio. Quando parli di spoil system. Questo sistema (chi vince prende tutto) - che io considero giusto e democratico come in tutti paesi a elezioni maggioritarie - non è ancora in atto alla Rai. Lo sarà forse tra qualche mese. In Italia, lo sai, i tempi delle mutazioni sono secolari, e in Rai ancora di più: lì i dirigenti sono ancora e permangono tutti (tranne Rai Tre) di una parte sola, quella che ha perso - più o meno - le elezioni. Probabilmente gli altri farebbero lo stesso (nel senso che l'unica a non perdere mai è la componente cattolica nel nostro paese) ma non è comunque ancora provato. Del Noce non ce l'ha messo Bertinotti ma - tramite qualche suo mandatario - Berlusconi, che in quanto a servilismo nei confronti della parte unta dal Signore - lui stesso unto di tutto punto - non scherzava punto.

Siro Ferrone



Volevo fare un personale complimento a Roberto Fedi, in riferimento al suo articolo sul cambio di conduzione di Domenica In. Premetto che condivido in pieno tutte le critiche alla Venier e soprattutto a Domenica In. Premetto che ho apprezzato le citazioni letterarie, ricche di cultura ma anche di "affondo" nobile e sarcastico... tuttavia dare la colpa al nuovo governo, insediato da un mese, di questi cambiamenti sembra davvero un divertentissimo teatrino.

Ricordo che alla conduzione è stata messa una donna vicina alle trasmissioni apprezzate dal Vaticano, e che i "gusti" e i pensieri del Vaticano sono stati sempre ben rappresentati dal governo appena uscente (si vedano questioni sui PACS e sulle ricerche medico-scientifiche). Ricordo inoltre che il sig. Del Noce, a quanto detto da tutti responsabile (è lui ad averne facoltà) di questo cambio, non si può certo definire uomo di centro-sinistra. Un conto è fare politica, un conto è fare propaganda.

Lettera non firmata

 

Apprezzo moltissimo la rubrica di Roberto Fedi, e trovo sempre pienamente condisivibili – nonché  brillanti, originali e scritte benissimo – le sue recensioni televisive. Per questo sono rimasto particolarmente deluso, leggendo l’articolo Vaticano dixit, nel vedere in che modo Fedi riesca a perdere ogni obiettività quando entra in gioco la politica. Ora, si può sapere che senso ha mettere in relazione le (ignobili) pressioni clericali sul berlusconiano Del Noce per imporre la Bianchetti a Domenica in, con il recente cambio di governo? Dove sta la connessione? Il patetico asservimento del servizio pubblico (la Rai) al potere ecclesiastico non è certo una conseguenza del «nuovo regime cattolico-comunista-diessino-ulivista-unionista e chissà che altro», ma una peculiarità radicata, ahimè, da anni nel sistema televisivo (e non solo) italiano. Una pessima cosa, sono d’accordo, ma che senso ha darne la colpa al nuovo governo che, da questo punto di vista, è (innegabilmente) mille volte migliore del precedente? Non mi pare proprio che l’era berlusconiana sia stata un’era di lumi e di laicità, e nemmeno di buona televisione: non solo per il proliferare incontrollato di programmi indecorosi, ma anche per la totale assenza di una gestione veramente liberale del mezzo televisivo (cfr. le ignobili epurazione di Biagi, Santoro e Luttazzi dalla Rai).

Sembra quasi che lei, Fedi, voglia servirsi di ogni minimo pretesto per sparare addosso alla gestione di centro-sinistra che, a quanto pare, gradisce molto meno della precedente. Altrimenti vorrei proprio sapere perché, in merito alle molteplici schifezze del quinquennio berlusconiano, non si sia messo non dico a gridare al regime, ma almeno a manifestare un minimo di dissenso antigovernativo, e invece adesso approfitti della questione Bianchetti-Venier per criticare la Rai post-Berlusconi. Questa mi sembra faziosità pura, e mancanza di correttezza. Che, appunto, spiace vedere in critico televisivo così arguto e intelligente.

Jacopo Rossi

P.S. Nel riassumere la carriera televisiva di Lorena Bianchetti si è scordato di citare uno dei suoi programmi più recenti, secondo me particolarmente esemplificativo di quale sia il livello qualitativo standard delle trasmissioni condotte dalla madonnina infilzata. Trattasi di Al posto tuo, lo scempio pomeridiano precedentemente condotto da Paola Perego e Alda D’Eusanio. Evidentemente tra i dibattiti teologici della domenica mattina e i talk-show spazzatura del pomeriggio non ci corre poi questa gran differenza…


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Il critico risponde


Cari amici (Direttore compreso),
il problema è appunto questo. Che in questo paese, chiunque vinca, alla fine a galla restano, chissà perché, sempre i cattolici - lo dico senza alcun risentimento: è un dato di fatto. Comunque, come prima "mossa" del cosiddetto riposizionamento nel 'nuovo corso' non c'è male. Sono pronto a scommettere che nel futuro immediato (per ora i vincitori sono impegnati in ben più notevoli problemi, anche al loro interno) ne vedremo delle belle, anche alla Rai. Quanto al cosiddetto spoil system, che io trovo anche giusto in un sistema politico rigorosamente bipartitico all'americana, qui da noi è più problematico. E, comunque, dovrebbe valere per le due parti alla stessa maniera. Tutti abbiamo ancora nelle orecchie le lamentazioni quotidiane e quinquennali dell'ex opposizione, che ora, una volta divenuta maggioranza, farà anche peggio - facendoci credere, per altro, di essere nel giusto. Liberi di condividere il metodo, cari amici: ma non l'andazzo, spero.

Roberto Fedi

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