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Apologia di Bragagna (Torino 2006)

Gentilissima redazione di Drammaturgia.it,
mi chiamo Giovanni M. e sono un appassionato telespettatore sportivo nonché assiduo frequentatore del vostro sito, che giudico di pregevolissima fattura. Mi sono sempre trovato d'accordo con il vostro punto di vista in merito alle deficienze della televisione italiana. Ho amaramente constatato, però, un malcelato accanimento nei confronti di quello che io ritengo essere il miglior telecronista sportivo del panorama giornalistico italiano: Franco Bragagna.

Avete preso di mira la sua mitragliante dialettica, il suo acceso entusiasmo, la sua appassionante tonalità vocale... Francamente trovo il suo stile nel commentare un evento sportivo altamente coinvolgente. A parte l'impareggiabile competenza sportiva che copre un arco di discipline vastissimo, Bragagna ha un merito indiscusso: rendere appassionante qualsiasi diciplina commenti, financo la più noiosa come lo sci di fondo. Una telecronaca incalzante, ricamata di perle statistiche ed aneddoti piazzati "non a caso", fino a raggiungere l'estasi dialettica nel finale di gara, dove dà fondo al meglio del suo repertorio facendomi saltare in piedi sul divano, accompandomi verso la medaglia tanto agognata.

Avrete visto tutti sicuramente il pattinaggio di velocità, con la splendida vittoria del terzetto azzurro. Ora vi chiedo: non avete provato anche voi un senso di trasporto nel sentire le sue urla di incitamento rivolte ai ragazzi, nel suo cadenzare commosso gli intertempi che si dilatavano sempre di più, nel suo incitare Fabris-Sanfilippo-Anesi con un paterno "forza ragazzi che manca davvero poco... due secondi e ottantanove, CI SIAMO MEDAGLIA D'ORO, MEDAGLIA D'ORO!!!"? Potrei citarvi dozzine di finali patriottici e commoventi, ma ve li risparmio perché sono sicuro che li ricordate benissimo ed hanno emozionato anche voi!

Non bastonate Franco! Nella putroppo cronica disorganizzazione della redazione di Rai Sport, è un punto di riferimento, una luce nel buio dell'incapacità telecronistica assieme a Stefano Bizzotto ed Ettore Giovannelli. Concludo con una citazione di olimpionica memoria: "BRAVO, BRAVO, BRAVO!!!"

Distinti saluti

Giovanni M.

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Il critico risponde


Caro amico,
leggendo la sua appassionata lettera ci è venuto per un momento (solo per un momento) il sospetto che lei stesse facendo dell'ironia... Il fatto è, vede, che secondo noi un telecronista è una voce che commenta, spiega, fa capire il fatto che ogni spettatore, se non è cieco, sta già vedendo da solo. Insomma, deve accompagnare lo spettacolo, non sovrastarlo. Chi sta guardando se vuole l'estasi (come dice lei) può raggiungerla per conto suo. Tutti gli altri desiderano solo un commento esplicativo, magari anche appassionato, ma non urlato con la voce strozzata nel gargarozzo. E' la televisione, insomma, non la curva sud.

Roberto Fedi

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