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Una grande presa in giro (Festa di compleanno)

Buongiorno, visito frequentemente il vostro sito e leggo con particolare interesse la rubrica 'graffiante' di Roberto Fedi sulla televisione, a cui faccio i miei complimenti perchè scrive in maniera meravigliosa.

Volevo chiedere se avevate avuto modo di vedere il programma per il festeggiamento dei 50 anni della RAI condotto da Pippo Baudo andato in onda i primi giorni di gennaio. Pensavo che sarebbe stato scritto qualcosa da voi, ma forse di coraggio per parlarne (e di tempo da perdere) ce ne vuole veramente tanto. Io ci provo.

Pensando (e illudendomi) che fosse una versione più 'cicciosa' dei precedenti programmi (Novecento, Cinquanta...), avevo preparato la mia buona videocassetta con 60 ore di anticipo, pensando a chissà quali incredibili filmati avrei visto della storia della RAI, a chissà quali grandi personaggi ormai scomparsi (e alcuni vergognosamente dimenticati) avrei rivisto! Invece, niente di tutto questo: 4 ore di chiacchiere! Ospiti senza senso! Balletti penosi! Come se non bastassero quelli che gia' vanno regolarmente in onda nei vari programmi... Le annunciatrici storiche della RAI ammassate come reperti archeologici in mezzo al pubblico (guardatele ma non parlate loro!), interviste da suicidio ai vari personaggi (era meglio mettere Marzullo, a questo punto).

Signor Fedi, ho resistito fiduciosa fino a mezzanotte, poi non ce l'ho più fatta. Devo dire che nella mia vita di utente TV pochi programmi mi hanno irritata come questo (nemmeno la De Filippi quando per disgrazia mi capita di vederla). Insomma per chi è nato 20-30 anni dopo la RAI non c'è verso di sapere cosa erano il Musichiere, l'Amico del giaguaro, Studio uno, Non e' mai troppo tardi... e di rivedere un Carosello prima delle quattro del mattino non se ne parla. Neanche pregando in cinese.

Forse si potrà rispondere che a quell'ora (in prima serata e per il tipo di pubblico), i contenuti devono essere questi: il nulla contornato di aria fritta. Che l'obiettivo era commemorare i 50 anni della RAI domandando al lobotomizzato ospite di turno: "scusi, sa che la RAI compie 50 anni? Che ne pensa?"

Si potrà replicare che se si vogliono contenuti più 'culturali' (mi si perdoni l'azzardo del termine) ci si abbona alla pay TV, si va nelle teche rai (con avanzamento filmato di un fotogramma al minuto), o si accende la TV dopo mezzanotte... Eh, insomma! Che caspita c'è da lamentarsi? E' dura mettere in piedi programmi così complessi (e costosi!) e coordinare tutti gli ospiti (profumatamente pagati!).

Sarà, sig. Fedi, ma io non riesco a togliermi la sensazione di una grande presa in giro.

Con grandissima stima

Linda Ruzza

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Il critico risponde


La sua lettera è simpatica: e naturalmente ha perfettamente ragione. Quella trasmissione era mortifera: come ormai tutte quelle di Pippo, autocelebrative a sproposito. Invece di una serata dedicata ai 50 anni della Rai, era una rievocazione: un po' come quando si trovano vecchie foto nel cassetto, e vengono fuori cose tipo "guarda come era buffo il nonno!" e robetta del genere. Però era istruttiva: dava involontariamente ma con precisione l'idea dello stato attuale della Rai, che è quello di un calderone. Neanche Antonio Ricci avrebbe saputo far meglio. E comunque complimenti per la sua resistenza: io ho staccato molto prima di lei.

Roberto Fedi

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